Da investimento sicuro a truffa, perde ventimila euro con l'impianto fotovoltaico non a norma
In cinque sotto processo per aver installato un sistema farlocco, dispendioso e tramite documenti con firme false
Un investimento sicuro che avrebbe prodotto utili e salvaguardato l’ambiente, ma in realtà sarebbe una truffa finita sulla scrivania del giudice Marino Albani per il processo a carico di cinque persone.
Secondo l’accusa i cinque, con diverse responsabilità operative, avrebbero proposto “la sottoscrizione di un contratto per l’installazione di un impianto fotovoltaico” assicurando “indiscutibili benefici economici” quali “l’azzeramento di fornitura di energia elettrica per i successivi venti anni, possibilità di beneficiare dei contatori” di ultima generazione con “detrazione fiscale del 50%” e “impianto ecologico a zero costi”.
Proposte che avrebbero indotto in errore un umbro, assistito dall’avvocato Gianni Dionigi, che si è costituito parte civile dopo aver perso quasi 20mila euro nell’investimento.
Tra i documenti dell’accusa anche una relazione tecnica svolta da Federconsumatori in base alla quale sarebbe emerso che “il sistema installato ha un costo pari al 72% in più rispetto al prezzo di mercato di un sistema di qualità equivalente” che l’impianto “ha prodotto circa il 30% in meno rispetto a quanto potenzialmente raggiungibile a causa delle modalità con sui è stato installato”, anche sulla base di uno “schema installativo dei quadri ed inverter difforme a quanto riportato nello schema elettrico rilasciato al cliente” e, per finire, “le foto riguardanti il collaudo dell’inverter inviate all’Enel non si riferiscono” al prodotto installato a casa della persona offesa.
Uno degli imputati deve rispondere anche di falso avendo inviato all’Enel i documenti che attestavano la delega “alla domanda di connessione alla rete gestione” nonché “dell’intero iter di connessione comprensivo delle scambio elettronico” con la firma falsificata del cliente.