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Cronaca

Coronavirus, il generale Figliuolo promuove l'Umbria: "Con i vaccini fatti sono stati messi in sicurezza i fragili"

Il commissario per l'attuazione del piano vaccinale: "La regione ha centrato il target per gli over 80 e 70. Ottimo utilizzo settimanale delle dosi consegnate"

L'Umbria è partita lentamente, per colpa anche della poca chiarezza del piano nazionale, ma poi ha proceduto spedita, mettendo in sicurezza la categoria dei fragili e con ottimi numeri per la vaccinazione degli over 80 e 70.

"Qui si vede il cuore della gente dell’Italia e dell’Umbria - ha detto il generale nel corso della visita in Umbria di oggi - Si vede che cosa sta facendo l’Umbria. In Italia sugli over 80 abbiamo superato il 90% e l’Umbria è nel target. Per gli over 70 siamo sopra l’80% e l’Umbria è nel target, sugli over 60 a livello nazionale dobbiamo crescere tutti perché siamo intorno al 62-63%. Cosa ci rimane da fare? Con procedure di cosiddetta chiamata attiva dobbiamo andare ad intercettare la restante parte di popolazione che ci manca. Quindi se mancano i fragili, per i quali l’Umbria è quasi al massimo, andremo a cercarli. Dobbiamo mettere in sicurezza queste classi, perché sono quelle che possono andare in ospedale, peggio ancora in terapia intensiva fino all’evento più negativo".

Riferendosi ai dati di ieri il generale ha detto che sono "ottimi, si continua a verificare il calo dei decessi e delle terapie intensive, ma non bisogna abbassare la guardia. Fatte salve queste premesse, dal 3 giugno si darà possibilità a tutte le Regioni di aprire su tutte le classi seguendo il piano, utilizzando tutti i punti di somministrazione, anche quelli aziendali" ha detto Figliuolo.

C’è un però: "Le dosi saranno 20 milioni, quindi anche se la Regione può andare a 20mila, non può, deve regolarsi. L'Umbria, quindi, può aumenterà di 2 o 3mila, arrivare ai 52mila vaccini settimanali, ma non potrà pensare di fare 20mila per sette giorni - ha ribadito il generale - Così come le altre Regioni. Bisogna evitare la rincorsa a volere più vaccini. Siamo riusciti ad avere questo, non è tantissimo, ma se pensiamo a 2-3 mesi fa, credo che anche nelle previsioni più rosee non avremmo mai pensato".

Parlando di gioco di squadra Figliuolo ha dato "atto alla presidente Tesei e alla Regione Umbria di aver seguito il piano in maniera coerente e e i risultati si vedono con questo gioiello che noi chiamiamo punto vaccinale (a Bastia Umbra, ndr) dove c’è la piena sinergia fra lo Stato, la Regione, gli enti locali, l’ente fiera. Questa è l’Italia che vince".

Ai giornalisti che chiedevano al generale della partenza lenta dell'Umbria, Figliuolo ha usato la metafora dello sportivo: "L'Umbria non è partita subito, come tante regioni, ma come un atleta che non deve fare i 100 metri, bensì la maratona, è partita con cautela perché il piano non era chiaro, ma l’Umbria ha portato a casa i risultati e oggi ha messo in sicurezza chi doveva mettere in sicurezza. Dobbiamo mantenere il bersaglio sulle categorie che vanno protette. Dobbiamo agire su chi rischia di più".

A chi chiedeva del sistema di preadozione, Figliuolo ha riferito di un colloquio con il commissario umbro D'Angelo: "E' una sperimentazione, se non funziona si cambia".

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