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Cronaca

Coronavirus: isolamento finito, ma niente tampone di conferma per il rimpallo tra medico di famiglia e Usl

Il racconto di un lettore: "Vaccinato, ma positivo e asintomatico da giorni, eppure non riesco ad uscire dalla quarantena perché non mi dicono quando fare il tampone di controllo"

Test in farmacia e risulta positivo, asintomatico, ma il rimpallo tra Usl e medico di famiglia lo tiene chiuso in casa: “Mi stanno rimandando l’uno all’altra, ma nessuno che mi fa il tampone di controllo”.

È la denuncia di un lettore che racconta come sia chiuso in casa da giorni in attesa di un tampone di controllo.

“Il mio medico ha detto che non può fare nulla, visto che i positivi li prende in carico la Usl – ci scrive il lettore – Ho contattato la Usl e mi hanno detto di chiamare il mio medico. Nel frattempo il mio green pass è ancora valido e potrei uscire tranquillamente di casa. Invece sono qui bloccato da giorni senza sapere cosa devo fare”.

Il cittadino non può andare in farmacia a fare il tampone di controllo, risultando positivo anche se con terza dose di vaccino, ma ormai sono superati anche i 7 giorni per il controllo, così come previsto per chi è vaccinato e risulta positivo.

Deve attendere la chiamata dell’Usl, ma il servizio è in affanno visti gli alti numeri e la chiamata arriverà a 24 ore dalla fissazione del tampone. In altre parole, la norma prevede che per chi ha ricevuto la dose booster o ha completato il ciclo vaccinale da 3 mesi e risulti positivo, ma asintomatico da almeno 3 giorni, l’isolamento si riduce a 7 giorni. Visti i ritardi nei test, in questo caso, tale termine è scaduto, ma manca il tampone negativo per la libertà.

L’amara conclusione: “Se lo sapevo non facevo il test”.

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