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Cronaca

Scuole aperte, il Tar dice di nuovo "no": "La salute pubblica è più importante delle lezioni in presenza"

Coronavirus, respinto il ricorso di un gruppo di genitori che chiedevano l'annullamento dell'ordinanza regionale che dispone la didattica a distanza

Il Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria ha respinto il ricorso di un gruppo di genitori contro l’ordinanza regionale che disponeva la chiusura delle scuole e la prosecuzione della didattica a distanza.

Con un decreto il Tar ha ribadito che “nel bilanciamento tra il pubblico interesse alla salute pubblica e l’interesse alla frequentazione scolastica (peraltro nella specie assicurata a distanza), il primo deve essere ritenuto prevalente, in presenza di una grave situazione epidemiologica regionale, alla quale tende porre rimedio il provvedimento” contro cui si è fato ricorso.

I genitori, assistiti dall’avvocato Francesco Calabrese, avevano chiesto l’annullamento “dell’Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale dell’Umbria n. 22 del 5 marzo 2021, nella parte in cui, all’art. 1, comma 1, ha disposto la chiusura delle scuole secondarie di secondo grado anche nel Comune di Perugia, le cui attività sono svolte con modalità a distanza”, del verbale del comitato tecnico scientifico regionale e del gruppo epidemiologico della Regione Umbria del 4.3.2021, della nota del commissario per l’emergenza covid del 5.3.2021 e di ogni “provvedimento presupposto, conseguente e comunque connesso a quello sopra indicato, quand’anche non conosciuto”.

Per i giudici del Tar non ci sono neanche “i presupposti richiesti dalla legge (art. 56 c.p.a) per il rilascio della misura monocratica , senza attendere l’esame collegiale dell’istanza di sospensiva” e quindi respinge l’istanza e rimanda “alla trattazione collegiale la camera di consiglio del 30 marzo 2021”.

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