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Cronaca

Covid, impennata positivi a marzo. Cresce richiesta di cure a domicilio. La Regione al Ministro: "Confermare personale d'meerge sul territorio"

" Usca sono ora per la cura del covid e saranno in futuro sempre di più fondamentali per la presa in carico dei pazienti che non necessitano di ospedalizzazione "

Rendere stabili nella nostra regione le Unità Speciali di Continuità Assistenziale per fronteggiare l'emergenza Covid che sta ritornando in Umbria ma con una letalità minore, pochi ricoveri, ma molto richieste di cure domiciliari. Infatti a fronte di un’incidenza superiore a 1.000 casi per 100.000 abitanti, i ricoveri al 15 marzo sono 171 i cui 4 in terapia intensiva, mentre si registrano nella settimana dal 7 al 13 marzo, 12 decessi. Nella giornata di ieri in un incontro con il ministro della Salute, Roberto Speranza, tra le altre questioni affrontate, il commissario straordinario dell'Umbria ha avanzato la richiesta di rendere stabili nella nostra regione le Unità Usca. Per il momento il commissario straordinario per la gestione dell’emergenza in Umbria, Massimo D’Angelo, così come previsto dalla Legge 234 del 2021, ha formalmente previsto la proroga delle Unità Speciali fino al 30 giugno 2022.

La richiesta trova motivazione nel fatto che all’aumento dei casi positivi, grazie alla vaccinazione, non corrisponde un elevato numero di ospedalizzazioni,  mentre invece crescono le richieste di assistenza domiciliare per le quali diventa necessaria la presenza sul territorio delle Unità Speciali di Assistenza. “Vista l’importanza delle cure territoriali – ha spiegato l'assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – le Usca sono ora per la cura del covid e saranno in futuro sempre di più fondamentali per la presa in carico dei pazienti che non necessitano di ospedalizzazione e che potranno essere curati nelle case di comunità. L’Umbria ha una popolazione con un elevato numero di anziani con patologie croniche e, in questo contesto, la medicina territoriale rappresenta una soluzione ad hoc per il benessere dei cittadini. Contestualmente – ha aggiunto l’assessore – ho chiesto al ministro che siano direttamente le Regioni a gestire le assunzioni e la formazione, attraverso le borse di studio, degli specialisti dei quali si riscontra la carenza tra il personale sanitario”.
 

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