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Cronaca

Corte dei conti, psichiatra condannato a risarcire l'ospedale per il suicidio di una minorenne

La giovane era stata ricoverata per intossicazione da farmaci, due giorni dopo le dimissioni si era gettata da un palazzo

La Corte dei conti dell’Umbria ha condannato un medico psichiatra a risarcire l’Azienda sanitaria locale Umbria 2 con 133mila per la morte di una minorenne.

La ragazzina era stata ricoverata all’ospedale di Terni per un tentativo di suicidio tramite l’ingestione di farmaci. Il medico che l’aveva presa in cura, secondo la ricostruzione della Procura contabile, non aveva attuato i protocolli necessari alla valutazione dello stato mentale della giovane “a scongiurare la verificazione di eventi di tale genere”.

Una volta dimessa, due giorni dopo, il 13 gennaio del 2007, la minore si gettava nel vuoto, dal tredicesimo piano di un palazzo di Terni.

Secondo la Procura contabile e i giudici della Corte, il medico avrebbe omesso “di segnalare la necessità di una successiva diagnosi più approfondita o di avviare un percorso di guidato controllo della minore, con ciò agevolando le dimissioni non protette della paziente (alla quale veniva consigliato solo un periodo di osservazione medica”.

Il medico aveva sostenuto che lo “stato soporoso” della minore aveva impedito una piena valutazione e che era stato riferito al padre di vigilare. Nella difesa dello psichiatra erano state indicate anche mancanze nella scuola”.

I giudici contabili, però, hanno ritenuto omissivo il comportamento del medico, riducendo della metà la richiesta di danno cagionato all’Azienda ospedaliera, condannando il medico a pagare 133.438,96 euro.

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