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Cronaca

Arresti in Regione per le mazzette per sistemare le concessioni delle cave, il procuratore Cantone: "Possibili ulteriori sviluppi"

I Carabinieri forestali hanno fermato un funzionario della Regione Umbria e un'imprenditrice: aveva appena consegnato una busta con 3mila euro in contanti

Mazzette per la gestione delle cave e dell'attività estrattiva. I Carabinieri forestali del Nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentare e forestale, hanno arrestato in flagranza di reato un funzionario della Regione Umbria ed un’imprenditrice di Perugia con l'ipotesi di corruzione.

L’attività d'indagine è stata avviata, su impulso del procuratore Raffeale Cantone, sulla base delle risultanze investigative dell'inchiesta della Dda della Procura di Ancona (denominata "Tango & Cash") da cui sono emersi profili di illegalità riconducibili alla gestione di alcune cave a Perugia ed in particolare a carico del funzionario pubblico.

I Carabinieri forestali hanno intercettato l’incontro tra il funzionario pubblico e l’imprenditrice durante il quale è avvenuto lo scambio della mazzetta nel parcheggio di un centro commerciale. I militari del Nipaaf, coadiuvati dai militari della dalla sezione di polizia giudiziaria, intervenuti immediatamente, hanno trovato all’interno del veicolo del funzionario pubblico una busta con 3.000 in banconote di varo taglio, procedendo pertanto all’arresto in flagranza di reato dei due soggetti.

I due sono stati subito accompagnati in Procura per essere interrogati dal sostituto procuratore Formisano e hanno ammesso il versamento e la ricezione della mazzetta. Il funzionario avrebbe ricevuto "in modo sistematico" denaro "per istruire e facilitare le procedure amministrative regionali finalizzate al rilascio dell’autorizzazione a favore della società dell’imprenditrice che opera nel settore delle cave".

Dalle perquisizioni personali, dei veicoli, e delle rispettive abitazioni sono stati rinvenuti e posti sotto sequestro altre banconote in contanti telefoni cellulari, tablet e computer.

Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato gli arresti eseguiti e applicato gli arresti domiciliari per il funzionario mentre l'imprenditrice è stata rimessa in libertà.

La polizia giudiziaria sta conducendo ulteriori accertamenti e non è escluso che possano esserci ulteriori sviluppi di indagine.

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