rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Spoleto

Corruzione in atti contrari ai doveri d'ufficio, a giudizio un giudice e due avvocati

Secondo l'accusa i due legali avrebbero fatto pressioni sul magistrato per ottenere incarichi professionali

Corruzione in atti contrari ai doveri d'ufficio. È questa l’imputazione contestata dalla Procura di Firenze, dopo la sentenza della Corte di Cassazione che ha annullato le ipotesi di reato di traffico di influenze illecite, agli avvocati umbri Mauro Bertoldi e Nicoletta Pompei e del giudice civile Tommaso Sdogati.

Ipotesi accusatorie che hanno trovato una prima conferma nella decisione del giudice per l’udienza preliminare che ha rinviato a giudizio i tre imputati per le presunte pressioni per ottenere incarichi in Tribunale a Spoleto.

Secondo l’accusa i due avvocati avrebbero fatto pressioni sul giudice spoletino per ottenere l’affidamento di incarichi nell’ambito delle esecuzioni immobiliari. IN un primo momento ai tre indagati era stato contestato il reato di traffico di influenze illecite. Contestazione che è stata archiviata nel corso dell’indagine per lasciare spazio all’ipotesi corruttiva.

L’indagine prende le mosse dall’inchiesta sulla morte, a seguito di un infortunio sul lavoro, del fratello dell’avvocato Bertoldi. Intercettando alcune conversazioni, gli inquirenti avevano iniziato ad indagare sul giudice Sdogati e sull’avvocato Nicoletta Pompei, legata sentimentalmente al magistrato e che divideva lo studio con Bertoldi. Da quelle intercettazioni è stata avviata un’altra indagine, per sfruttamento delle prostituzione e traffico di falsi permessi di soggiorno, che vede imputato il solo avvocato Bertoldi.

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Corruzione in atti contrari ai doveri d'ufficio, a giudizio un giudice e due avvocati

PerugiaToday è in caricamento