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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, sindacati verso lo stato d’agitazione in Sanità: "La Regione non ci ascolta, servono assunzioni"

La protesta dei segretari umbri di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl: "L’entità dei contagi e l'aumento dei ricoveri hanno sorpreso la Giunta, che va avanti senza un reale confronto con gli operatori sanitari"

La Regione Umbria si prepara ad affrontare la fase più acuta della seconda ondata di contagi da coronavirus, pronta a chiudere le scuole superiori e ad aumentare le postazioni di terapia intensiva negli ospedali (domani verranno individuati i due nosocomi umbri che saranno dedicati ai pazienti Covid). Nel frattempo da fronteggiare per la giunta della presidente Donatella Tesei c'è però anche l'attacco delle opposizioni in consiglio regionale, oltre che il malumore dei sindacati che 'minacciano' lo stato di agitazione nella Sanità. "Impossibile garantire i servizi sanitari a saldo zero: servono assunzioni" tuonano in una nota congiunta i segretari regionali di Fp Cgil (Tatiana Cazzaniga), Fp Cisl (Luca Talevi) e Uil Fpl (Marco Cotone), lamentando l'assenza di un reale confronto con la Regione. 

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LA NOTA DEI SINDACATI:

"Continua, purtroppo, l’assenza di un reale confronto della Regione con gli operatori sanitari che operano in prima linea. Questa mattina (venerdì 16 ottobre, ndr) il Commissario regionale per l‘emergenza Covid, Antonio Onnis, ha incontrato in videoconferenza le organizzazioni sindacali rappresentative degli operatori della sanità per fornire soltanto un’informativa sull’attuale situazione epidemiologica regionale e sui relativi interventi previsti.

Stante l’assenza dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, la Regione non ha fornito risposte alle richieste avanzate dal sindacato, in particolare per quanto riguarda la necessità di un immediato incremento degli organici tramite assunzioni in grado di rafforzare il sistema sanitario regionale pubblico, soprattutto in questa difficile fase nella quale vanno potenziati i servizi per l’emergenza e si potrebbe dover sopperire alle assenze di personale positivo sintomatico.

Durante l’incontro è emerso che l’entità di contagi ha sorpreso la stessa Regione, con difficoltà nel tracciamento dei positivi e con un innalzamento del numero di ricoveri di fatto non previsto nei piani regionali iniziali.

Onnis, pur sottolineando che non c’è alcuna volontà di sospendere le attività ordinarie, ha subito dopo comunicato che le carenze di personale hanno già spinto la Regione a chiedere alle aziende di organizzare la sospensione di alcune attività non urgenti. Non può essere questa la strada giusta: ciò che oggi non è urgente potrebbe diventarlo a breve, visto che non siamo neppure all’inizio della stagione delle influenze e potremmo non uscire da questa situazione in tempi rapidi.

Di fronte alle osservazioni e ai dubbi del sindacato, Onnis ha sottolineato che ormai siamo 'in tempo di guerra': avremmo preferito che la Regione avesse ascoltato il sindacato quando chiedeva di confrontarsi 'in tempo di pace' quest’estate per prepararsi con la giusta tempistica alla nuova prevedibile fase. Ma guardiamo avanti, confidando che la politica impari dai propri errori.

FPCGIL, FPCISL e UILFPL hanno quindi ribadito la richiesta di convocare tavoli permanenti di confronto sindacale sulla gestione dell’emergenza e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro a livello regionale ed aziendale, ritenendo che la sola informazione successiva rispetto a scelte già adottate non sia sufficiente. Per garantire che la sanità non vada in crisi, serve individuare senza ulteriore ritardo percorsi che consentano d’investire subito in assunzioni, strumentazioni e spazi, anche utilizzando procedure eccezionali: l’unico concorso avviato a livello regionale per assumere
infermieri ha visto compiere errori che potrebbero generare ricorsi ed ulteriori rallentamenti.

Visto che i tempi stringono e la Regione non fornisce risposte, a FPCGIL, FPCISL e UILFPL non resta purtroppo che proclamare lo stato d’agitazione degli operatori della sanità".

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