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Cronaca Gubbio

Coronavirus, Stirati 'bacchetta' i cittadini di Gubbio: "Il sindaco non è lo sceriffo di Nottingham"

Il primo cittadino preoccupato per i troppi casi di positività: "Dati in controtendenza con il resto dell’Umbria, basta 'ammucchiate conviviali': esiste un’etica della responsabilità individuale"

Se in Umbria la curva epidemiologica in Umbria è in discesa e l'indice Rt è sceso a 0.71, ci sono però realtà in controtendenza rispetto all'andamento dell'emergenza coronavirus. Tra queste c'è Gubbio, dove il sindaco Filippo Stirati ha ritenuto opportuno tenere oggi (venerdì 9 aprile) una conferenza stampa al riguardo. “Siamo arrivati a un numero di casi di positività al Covid davvero elevato - ha esordito il primo cittadino -, peraltro in controtendenza con quello che sta succedendo nel resto dell’Umbria. Di concerto con le Forze dell’Ordine stiamo lavorando alacremente per rafforzare controlli e presidi, ma pensare che con i controlli eliminiamo i comportamenti irresponsabili di chi si chiude nei luoghi chiusi in barba a ogni regola è illusorio e inaccettabile.

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Insieme al sindaco presenti in conferenza le dottoresse Paola Tomassoli (direttrice del Distretto Sanitario Alto Chiascio) e Gabriella Vinti (responsabile del Servizio Igiene e Sanità Pubblica Alto Chiascio): “Non tutto può essere ricondotto alle azioni di altri - ha sottolineato Stirati - esiste un’etica della responsabilità individuale che chiede alle persone di comportarsi correttamente. Noi ci prendiamo e ci assumiamo quotidianamente tutte le nostre responsabilità, ma il sindaco non è lo sceriffo di Nottingham. Le 'ammucchiate conviviali' che sappiamo vengono fatte non sono certo l’unica ragione, ma rappresentano una ragione molto consistente degli aumenti dei contagi in città".

Stirati non nasconde la propria preoccupazione e lancia un appello ai suoi concittadini: "Per evitare di finire in zona rossa, per far sì che anziani e fragili non rischino la vita e per alleggerire il sistema sanitario è necessario cambiare marcia. Non solo: ogni comportamento scorretto allontana le riaperture, affaticando ancora di più un tessuto economico ormai in grande sofferenza e impedendo alle attività  culturali e sportive di tornare in attività. Solo con senso di responsabilità e con una campagna di vaccinazione efficace possiamo uscire da questa storia, evitando il gioco bambinesco di pensare che c’è qualcuno responsabile di tutto e tanti che non sono responsabili di nulla. Pensare che tutto possa essere risolto con qualche strillo del sindaco è semplicemente puerile”.

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A fare il punto sul numero dei contagi e su quello che nel dettaglio sta accadendo nel nostro territorio è stata poi la dottoressa Gabriella Vinti: “Quello che da qualche settimana sta succedendo a Gubbio - ad oggi parliamo di 270 casi ogni 100mila abitanti - è probabilmente legato alla circolazione delle varianti, brasiliana in primis. Le comunità sono luoghi dove la diffusione è più facile e ampia: abbiamo avuto positivi all’interno di due comunità e famiglie numerose contagiate per intero, che hanno comportato presenza di positivi anche nelle scuole. Anche il tema delle badanti, che si prendono cura di più di una persona, esiste, col rischio concreto del contagio in contemporanea anche di 4 o 5 persone, peraltro fragili”. 

Sia la dottoressa Vinti che la dottoressa Tomassoli hanno sottolineato come sia centrale il problema dei positivi che non comunicano i contatti avuti: “Scopriamo i contatti dei soggetti positivi quando è troppo tardi, ovvero quando hanno già contratto  il Covid. C’è bisogno di collaborazione, di trasparenza dei comportamenti, di correttezza: siamo perfettamente consapevoli del fatto che mettersi in isolamento sia un grande problema rispetto al lavoro e all’organizzazione familiare, ma isolarsi dagli altri è l’unico modo per fermare il virus, insieme alla vaccinazione”. La dottoressa Tomassoli ha ricordato anche il grande lavoro svolto dall’Usca, l’Unità speciale di continuità assistenziale che lavora 7 giorni su 7 per curare a domicilio i malati Covid, ad oggi impegnata su oltre 100 casi. “Dobbiamo sempre ricordarci - ha sottolineato - che non esiste solo il Covid, e che chi soffre di altre patologie per forza di cose sta scontando questo sovraffaticamento del sistema di assistenza”.

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Sul fronte vaccini, il distretto sanitario sta lavorando a ritmo di 250 vaccini circa effettuati a San Marco e 120/140 a Gualdo Tadino, 7 giorni su 7, “muovendoci poi naturalmente – ha spiegato Tomassoli – in base alla disponibilità delle dosi che ci vengono fornite”. Rispetto alla possibile riapertura delle scuole annunciata dal Presidente della Regione Tesei, il sindaco Stirati ha chiarito: “Prenderò contatto con D’Angelo e con la stessa Tesei per capire come valutano questi dati e come li interpretano in base a eventuali restrizioni. Chi riapre le scuole, e cioè la Regione, deve dirci se i dati attuali di Gubbio consentono di riaprire, così come del resto è stato fatto nelle scorse settimane nel caso di Città di Castello, Foligno o altre realtà”.

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