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Cronaca

Scuola, a Sansepolcro ingresso vietato agli studenti umbri in zona rossa: dopo la polemica il dietrofront

"Dad obbligatoria per chi viene dalla Provincia di Perugia", ma un liceo e un istituto di istruzione superiore del confinante comune toscano sono stati costretti a tornare sui propri passi dopo la 'rivolta' dei sindaci e una nota della Regione Umbria

"Si conferma il regolare accesso degli studenti sangiustinesi nelle scuole site in Provincia di Arezzo". Con questo post sui profili social del Comune di San Giustino il sindaco Paolo Fratini ha comunicato il 'lieto fine' di una vicenda che nelle ultime ore aveva acceso la polemica. Il caso si è aperto ieri sera quando una nota pubblicata sul sito del confinante liceo toscano 'Città di Piero' a Sansepolcro, firmata dal dirigente scolastico Claudio Tomoli, in cui si annunciava che "da domani 8 febbraio, tutti gli studenti residenti in Umbria dovranno seguire le lezioni a distanza a causa della situazione Covid nella provincia di Perugia (che da oggi è tutta in zona rossa, ndr)". Immediate era stata la reazione del sindaco Fratini che ieri sera spiegava come "questi provvedimenti non sono nelle facoltà dei dirigenti scolastici. Il consiglio è di mandare tranquillamente i ragazzi a scuola. La situazione è già critica di suo che non serve sicuramente alimentare confusione. Basta attenersi ai Dpcm, ai Decreti e alle Ordinanze".

Una scelta simile era stata fatta però anche dall'Istituto di Istruzione Superiore 'G. Giovagnoli', come comunicato dal dirigente scolastico Guseppe De Iasi in una circolare a cui però ne ha poi fatto seguito un'altra, in cui è stato annunciato il 'dietrofront' "a seguito di sopraggiunta emissione e ricezione di una Nota della Regione Umbria" che "pur non tutelando la popolazione scolastica aretina ci costringe a ritirare la precedente comunicazione. Pertanto sarà di esclusiva competenza delle famiglie la scelta di far seguire le lezioni previste in presenza in modalità Dad per il proprio figlio/a". La notizia aveva ovviamente suscitato polemiche e scatenato la reazione dei sindaci dei comuni umbri confinanti con la Toscana, in cui vivono tanti studenti costretti a 'sconfinare' per andare a scuola, ma anche della politica umbra.

"Questa discriminazione è vergognosa e insensata" aveva tuonato l'onorevole Riccardo Augusto Marchetti della Lega dopo la "segnalazione del consigliere comunale Corrado Belloni della Lega di San Giustino". In Umbria, "grazie ad un’ordinanza regionale, - ha ricordato Marchetti - tutti gli studenti possono usufruire di tamponi gratuiti nelle farmacie, pertanto le famiglie ricevono il sostegno necessario da parte della Regione al fine di monitorare costantemente la salute dei propri figli. In Alto Tevere sono molti gli studenti che frequentano scuole a Sansepolcro e questi ragazzi hanno lo stesso diritto allo studio dei loro compagni di classe toscani. È assurdo che gli studenti umbri vengano emarginati e come Lega - aveva annunciato Marchetti - ci siamo già attivati per avere le dovute spiegazioni in merito a questa triste vicende e riteniamo opportuno un immediato passo indietro”. 

E il passo indietro alla fine è arrivato, come ha spiegato questa mattina con sollievo anche il consigliere regionale Michele Bettarelli (Pd): “Oggi è arrivata la smentita ufficiale dalla dirigenza scolastica e i nostri ragazzi che vanno a scuola in Toscana sono regolarmente nelle loro classi. Quanto accaduto - osserva Bettarelli - è stato un episodio che ha visto smuoversi un’intera comunità, partendo dai suoi sindaci, che ringrazio. Tutto ciò sia di monito per tutti affinché, in un momento così complesso, il dialogo fra istituzioni e territori sia sempre costante e volto al bene comune. L’emergenza Coronavirus, che già sta causando danni enormi in ambito sanitario ed economico - avverte il consigliere Dem - non porti a inutili scontri sociali e territoriali, di cui solamente i cittadini, in questo caso i più giovani, sarebbero vittime”. 

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