Coronavirus, indice Rt ancora sopra l'1 in Umbria: la 'classifica' delle regioni
Pubblicato il nuovo report settimanale di monitoraggio (21-27 settembre) con i dati raccolti da Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità
Indice Rt (indice di trasmissione) ancora sopra alla in Umbria, dove - come risulta dal nuovo report settimanale di monitoraggio Covid-19 stilato dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità (con i dati relativi al periodo 21-27 settembre aggiornati al 29) - passa dall'1.06 della settimana precedente all'1.07 attuale (tre settimane fa era a 1.24). Sono in tutto 13 (la settimana precedente erano 12) i territori italiani con un valore superiore alla soglia 'critica' dell'1 nel periodo monitorato e la 'maglia nera' va al Piemonte, dove il valore dell'indice Rt è di 1.22.
Indice Rt in Italia* - Piemonte 1.22 (0.96), Campania 1.19 (1.1), Sicilia 1.19 (1.2), Abruzzo 1.17 (1.1), Liguria 1.16 (1.31), PA Bolzano 1.12 (1.28), Lazio 1.09 (0.85), Umbria 1.07 (1.06), PA Trento 1.06 (1.24), Calabria 1.06 (1.13), Puglia 1.02 (1.06), Veneto 1.1 (1.01), Friuli Venezia Giulia 1 (1.11), Marche 0.99 (0.99), Valle d'Aosta 0.97 (0.59), Toscana 0.95 (0.93), Sardegna 0.86 (0.77), Lombardia 0.86 (0.75), Emilia Romagna 0.8 (0.78), Molise 0.7 (1.04), Basilicata 0.7 (0.73).
(*tra parentesi il dato della settimana precedente)
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AUMENTO DEI CASI - “Continuano ad aumentare i casi diagnosticati e i focolai di Covid-19 in Italia. Rimane essenziale che la popolazione mantenga comportamenti che riducano il rischio di trasmissione” è la sintesi con cui si apre il documento. "Il virus oggi circola in tutto il Paese. Si conferma un aumento nei nuovi casi segnalati in Italia per la nona settimana consecutiva", si legge ancora nel report, dal quale si evince che in "Questa settimana si osserva un lieve aumento dell’età mediana dei casi (42 anni vs 41 la settimana precedente)" mentre "continua a scendere la percentuale dei nuovi casi importati dall’estero (5,7% vs 8% la scorsa settimana) e da altra Regione/PA (1,7% vs 3,3% la settimana precedente). Si mantiene, invece, stabile la percentuale dei casi rilevati attraverso attività di tracciamento dei contatti (35,8% dei nuovi casi) e si osserva un lieve aumento della percentuale dei casi rilevati attraverso attività di screening (28,2% vs 27,6% la settimana precedente). Il 29,6% dei casi è stato identificato attraverso la comparsa di sintomi e nel 6,5% non è stato riportato l’accertamento diagnostico".
FOCOLAI - In aumento i focolai: "Sono stati riportati complessivamente 3.266 focolai attivi, di cui 909 nuovi (la definizione adottata di focolaio prevede l’individuazione di 2 o più casi positivi tra loro collegati), entrambi in aumento per la nona settimana consecutiva (nella precedente settimana di monitoraggio erano stati segnalati 2.868 focolai attivi di cui 832 nuovi). Sono stati riportati focolai nella quasi totalità delle province (101/107). Nonostante l’aumento di focolai attivi, le Regioni/PPAA hanno segnalato 3.026 nuovi casi non associati a catene di trasmissione note (+13,7% rispetto alla settimana precedente). Per quanto riguarda il contesto di trasmissione, si mantiene stabile la percentuale dei focolai che si sono verificati in ambito familiare (76,5% di tutti i focolai attivi vs 76,1% la settimana precedente). Aumenta la percentuale di focolai verificati in ambito lavorativo (7,2% vs 5,6% la scorsa settimana) e diminuiscono invece i focolai associati ad attività ricreative (4,5% vs 6,3% la settimana precedente)".
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SCUOLE E OSPEDALI - Primi focolai anche nelle scuole dopo il ritorno tra i banchi a settembre: "Questa settimana sono stati segnalati anche 14 focolai in cui la trasmissione potrebbe essere avvenuta in ambito scolastico, anche se attualmente non è sempre confermata. Nelle prossime settimane si potrà meglio valutare l’impatto dei contagi nelle scuole". Cresce infine anche lo 'stress' nei Covid-Hospital: "A livello nazionale continua a salire il numero di persone ricoverate (2846 vs 2365 in area medica, 254 vs 222 in terapia intensiva nei giorni 27/9 e 20/9, rispettivamente) e, conseguentemente, aumentano i tassi di occupazione delle degenze in area medica e in terapia intensiva".