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Cronaca

Coronavirus, il 'Comitato a Scuola Umbria': "Ritorno alla 'Dad'? I ragazzi hanno già pagato troppo"

I genitori temono un ulteriore rinvio del rientro in classe dopo la pausa natalizia: "Le inadempienze politiche e organizzative non possono ricadere ancora una volta sui minori. Gli amministratori trovino una soluzione"

Dopo il rinvio della riapertura delle scuole umbre al 10 gennaio dopo la sospensione natalizia delle attività, stabilito da un'ordinanza firmata ieri dalla 'governatrice' Donatella Tesei, e in attesa di capire se il governo darà nuove disposizioni dopo la riunione prevista oggi (mercoledì 5 gennaio), c'è chi teme un nuovo ricorso alla didattica a distanza (Dad) come del resto prospettato da alcuni amministratori.

Tra le voci più perplesse quella del 'Comitato a Scuola Umbria', secondo cui "non è possibile, dopo due anni di pandemia e dopo aver conosciuto con certezza scientifica gli enormi danni che la Dad provoca a tutti gli alunni di ogni ordine e grado, che si chieda loro un ulteriore sacrificio. Sembra che le dichiarazioni della Società Italiana di Pediatria secondo le quali per i bambini, le bambine, i ragazzi e le ragazze la scuola è salute non siano sufficienti a riportare alla ragione alcuni dei nostri amministratori".

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E a chi pensa che questo sia un discorso egoistico a tutela degli interessi dei genitori, il Comitato risponde che "non è così" perché "il disagio più grande è per i minori che sono stati privati di tutto. Disagi a presidi e tracciatori? Gli amministratori se ne assumano la responsabilità e trovino una soluzione in questi sei giorni. Accettiamo che l'apertura sia rimandata dal 7 al 10 ma che non si colga al volo l’opportunità di tenere le scuole chiuse cavalcando l’onda delle vacanze natalizie durante le quali tutto il paese ha rallentato il ritmo lavorativo perché se il 10 le scuole dovessero rimanere chiuse questo avrebbe, oltre che il nefasto impatto finora spiegato sui ragazzi, quello aggiuntivo sulle famiglie, ormai stremate non tanto dal Covid quanto da una sua gestione politica inadeguata e dannosa". 

Non solo critiche però da parte del Comitato: "Abbiamo proposto soluzioni costruttive come ad esempio, testare solo i casi sintomatici come raccomanda anche l'Ecdc o munirsi di tamponi salivari da fare in classe. Nonostante i due anni di esperienza, dove i continui screening nelle scuole hanno dimostrato quanto questi rappresentino solo uno spreco in termini di tempo, personale e denaro, si torna a chiudere la scuola per tracciare persone sane.
Diciamolo chiaramente allora che la scuola può chiudere perché, a vostro avviso, non costa nulla a livello economico farlo mentre prendete tempo per sistemare le vostre inadempienze, magari mentre i nostri figli fanno un giro al Centro Commerciale, dove apparentemente il Covid sparisce magicamente. Ma tutto questo avrà un costo molto caro nel futuro, per tutto il Paese".

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E ancora: "Continuare a privare i minori di questa fondamentale esperienza di crescita, a causa anche di inadempienze politiche e organizzative, sta alimentando il disagio infantile e giovanile, come testimoniato da un peggioramento dei dati riguardanti il loro equilibrio psicofisico: i dati della Società Italiana di Pediatria (Sip) dicono che sono aumentati del 147% gli accessi per “ideazione suicidaria”, seguiti da depressione (+115%) e disturbi della condotta alimentare (+78.4%). Queste evidenze stanno distruggendo intere famiglie e comunità. Più che chiudere le scuole a fronte di una variante Omicron, che dati alla mano, appare molto meno pericolosa in termini di letalità rispetto a tutte le altre varianti, la Asl dovrebbe iniziare a trattare solo i casi sintomatici e non chiunque decida di fare un tampone self, magari per recarsi al cenone di San Silvestro. Adesso chi dovrebbe pagare lo stato di caos creato dagli stessi amministratori che hanno consigliato tamponi “pre-cenone” che, in quanto esame diagnostico, solo un medico dovrebbe decidere quando e come essere somministrato? Questa situazione non può ricadere su chi già è stato estremamente sacrificato durante la pandemia".

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Politici, governatori e amministratori, secondo il Comitato, "hanno sulle loro coscienze i numerosi bambini e bambine, ragazzi e ragazze per i quali l'isolamento ha determinato disagi mentali, pensieri suicidari, depressione, disturbi del sonno e dell'alimentazione oltre che una povertà educativa senza uguali nella storia del Paese. Il Comitato a Scuola Umbria diffida sin d’ora tutti gli Enti Locali da qualunque provvedimento che limiti il diritto alla Scuola in presenza dei minori, ricorrendo se necessario anche ai tribunali competenti".

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