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Cronaca

Il decreto prevede controlli e check-up gratuiti per i ricoverati guariti dal Covid: perché in Umbria ancora si paga?

L'esenzione di due anni prevista dal decreto 'sostegni-bis' (entrato in vigore quasi un mese fa) non viene ancora applicata, a differenza delle vicine Marche

Negli ultimi giorni diversi nostri lettori ci hanno chiamato per protestare contro un'apparente incongruenza del mondo sanitario regionale, con l'Umbria attualmente non in linea con le esenzioni previste dal decreto 'sostegni-bis' in favore di tutti i pazienti ex Covid che siano stati ricoverati in ospedale (per due anni nessuna spesa per le prestazioni sanitarie relative a controlli e check-up periodici).

DETTAGLIO DECRETO - L’articolo 27 del decreto, entrato in vigore il 26 maggio 2021, prevede infatti per un periodo di due annii la totale esenzione del ticket sanitario per prestazioni di monitoraggio per pazienti ex Covid dimessi da un ricovero ospedaliero e giudicati guariti, ovvero per prestazioni diagnostiche e specialistiche ambulatoriali del Servizio Sanitario Nazionale che rientrano nelle attività di follow-up sulle possibili conseguenze del virus. In particolare, viene introdotto un protocollo sperimentale nazionale di monitoraggio che prevede l’esecuzione di prestazioni di specialistica ambulatoriale, contenute nei Livelli essenziali di assistenza, ritenute appropriate per il monitoraggio, la prevenzione e la diagnosi precoce di eventuali esiti o complicanze legati alla pregressa malattia da Covid 19, senza compartecipazione alla spesa da parte dell’assistito.

PRESTAZIONI ESENTATE - Si parla, nello specifico, di un lungo elenco di prestazioni, tra le quali quelle per il controllo delle funzioni più interessate, ovvero quella respiratoria, cardiaca, renale ed emocoagulativa: si va dall'analisi del sangue (esami come l’emocromo, ves, creatinina) all’elettrocardiogramma dinamico, dalla spirometria al test del cammino, fino alla tac del torace. Per i pazienti più anziani è prevista una valutazione multidisciplinare e in particolare per quelli sottoposti a terapia intensiva o subintensiva è previsto anche un colloquio psicologico.

PERCHE IN UMBRIA NO? - Ma qual è il problema emerso? Che in Umbria, o quantomeno nel perugino, da dove sono arrivate le segnalazioni, questa norma non viene applicata: non lo sanno i medici di base, non lo sanno gli addetti al Cup, né tantomeno negli uffici preposti per concedere le esenzioni, per esempio quello della Asl 1 in Piazzale Europa. Contemporaneamente, è questa la cosa che fa restare molto perplessi, in molti sono andati a farsi gli esami fuori regione, per esempio nelle vicine Marche dove il decreto è già applicato. Per esempio all’ospedale di Fabriano, a meno di un'ora da Perugia.

I FONDI - Non dovrebbe essere un problema di fondi visto che l'erogazione delle prestazioni "è garantita - si legge ancora nel decreto - nell'ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente", mentre è "autorizzata per l'anno 2021 la spesa di euro 28.802.000 per l'anno 2022 di euro 24.993.000 e per l'anno 2023 di euro 4.441.000". Al finanziamento, si specifica poi, "accedono tutte le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano". Nella tabella B viene infine illustrata la ripartizione complessiva delle somme, con l'Umbria che si vede assegnare 431.523 euro per il 2021, 374.620 euro per il 2022 e 66.969 euro per il 2023. Soldi che potranno servire per mettersi in linea con il decreto che è in vigore da quasi un mese. Intanto, mentre da un Cup ci confermavano di non essere a conoscenza di questo tipo di esenzione, dalla chiamata a un altro è emerso invece che qualcosa - forse in seguito alle proteste degli assistiti - si sta muovendo, con direttive ufficiali in arrivo nei prossimi giorni anche per i medici di base.

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