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Cronaca

La giustizia e il Coronavirus, gli avvocati chiedono la sospensione dei processi e proclamano l'astensione

Udienze affollate, ressa nei corridoi, testimoni e legali provenienti da fuori regione, Camera penale, Aiaf e Organismo congressuale forense chiedono un intervento al Ministro

Udienze a chiamata. In aula solo il giudice, il cancelliere, il pubblico ministero e gli avvocati. Tutti gli altri in corridoio. È questa la situazione, da due, giorni, al Tribunale penale di Perugia. Al giudice di pace regna ancora l’affollamento, mentre al Civile da giorni si fanno udienze ad orario e con poche persone in aula o nella stanza del giudice.

La Camera penale di Perugia “considerato il grave rischio di contagio a cui la diffusione del Covid 19” espone tutti i cittadini che frequentano gli uffici giudiziari, ha chiesto che “analogamente a quanto disposto in altri uffici giudiziari del territorio nazionale si proceda alla sospensione di tutte le udienze penali (ad eccezione di quelle con soggetti detenuti) per un termine congruo, idoneo a garantire le esigenze” di salute pubblica. Il convegno in programma il prosismo 12 marzo è stato rinviato a data da destinarsi.

L’Organismo congressuale forense, invece, ha proclamato l’astensione dalle udienze da venerdì 6 e fino al 20 marzo in considerazione dell’emergenza “derivante dalla diffusione del virus Covid 19” che “sta procurando grande allarme sociale”. Emergenza fronteggiata, per quanto riguarda le udienze, solo per le “zone rosse”. Misure considerate “assolutamente non adeguate a ridurre ragionevolmente il rischio di contagio” visto che “ogni avvocato e ogni magistrato, nello svolgimento delle proprie funzioni, interagisce quotidianamente con un numero molto elevato di persone”. Gli avvocati, inoltre, lavorano su tutto il territorio nazionale, indipendentemente dal foro di appartenenza. Negli uffici giudiziari “converge un afflusso di persone” provenienti da città e regioni diverse ed “è molto arduo, se non impossibile, effettuare controlli preventivi”.

Il Garante sugli scioperi, però, ha avvertito gli avvocato con “un fermo invito a tutte le Organizzazioni sindacali ed alle Associazioni professionali affinché non vengano effettuate astensioni collettive dal 25 febbraio al 31 marzo 2020, al fine di evitare ulteriore aggravio alle Istituzioni coinvolte nell’attività di prevenzione e contenimento della diffusione del virus”.

Anche Aiaf Umbria (associazione italiana avvocati per la famiglia) “si fa portavoce della opportunità che, in presenza dell’attuale emergenza sanitaria, venga adottato un provvedimento di sospensione dei termini processuali e sostanziali su tutto il territorio nazionale. Appare, altresì, necessaria, a tutela della salute e della sicurezza di tutti gli avvocati e degli operatori della giustizia, l’adozione di un provvedimento di sospensione delle udienze civili (eccettuate quelle caratterizzate da particolari profili di urgenza) e ciò per un termine congruo, analogamente a quanto già disposto presso altri uffici giudiziari del territorio nazionale”.

Dovrebbe svoglersi oggi una conferenza telematica del Ministro con i presidenti di Corte d'appello per prendere una decisione sulla sospensione delle attività di udienza.

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