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Cronaca

Giorno della Memoria, consigliere di Sel spara a zero gli italiani che vissero il drama delle Foibe

Frasi choc che hanno fatto indignare la rete e che solo in parte ha cercato di giustificare mettendo sempre davanti al dramma degli italiani quello a suo dire del popolo slavo che "subì una pulizia etnica" quando ovviamente c'erano i fascisti e gli italiani

Nel giorno del ricordo del dramma delle Foibe, dove italiani senza colpa vennero uccisi dai comunisti e partigiani di Tito, il consigliere comunale di Orvieto Tiziano Rosati, iscritto a Sinistra Ecologia e Libertà, ha deciso di sparare a zero con un post-revisionista su una strage che forse ancora oggi viene percepita follemente di "destra" o peggio ancora "ingigantita".

E così il giovane politico di Orvieto scrive: "Con la giornata del 10 febbraio si istituzionalizza la mitologia di una popolazione italiana cacciata dalla sua terra, quando in realtà i territori dell’Istria e della Dalmazia, che con la Prima Guerra Mondiale l’Italia aveva occupato militarmente, non erano mai stati abitati da popolazioni italiane, se non in minima parte". Insomma non erano profughi ma usurpatori della terra altrui. E qui ci sarebbe da aprire un dibattito e soprattutto libri di storia che vanno nella direzione opposta. Ma oggi non è tempo di dibattiti ma di rispetto per quelle vite spezzate, quelle famiglie costrette all'esilio e per quell'Italia umiliata e colpita al cuore dal conflitto mondiale. 

Sdegno e vergogna sono espresse da Fratelli d'Italia, Azione giovani, Scelta Civica tramite singoli rappresentanti che condanno in coro la presa di posizione definita unanimente inaccettabile. Alla fine il consigliere di Sel Rosati ha solo in parte replicato alle accuse cercando di spiegare meglio il suo pensiero ma sempre mischiando ideologia passata e presente, morti e ribadendo il calvario del popolo slavo: "E' dovere civico di ognuno di noi, oggi e tutti i giorni dell'anno, tenere viva la memoria di quanto accadde, onorando le vittime della barbarie umana che, nel nome della patria, spinse l'Europa a guerre sanguinarie per tutto il corso del novecento: la tragedia delle foibe e degli esuli del confine orientale deve essere parte integrante della nostra memoria storica".

"Credo che sia però altrettanto doveroso combattere chi cerca di semplificare e stigmatizzare la realtà al solo fine di nascondere e far passare in secondo piano le vicende storiche che determinarono quegli atroci fatti. Le responsabilità dell'Italia e del regime fascista nella gestione di quella che fu una vera e propria pulizia etnica ai danni del popolo slavo, non può essere taciuta e deve diventare anch'essa parte della nostra memoria, se vogliamo davvero rendere giustizia ai morti di cui oggi tutti si riempiono la bocca". 

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