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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Corte dei Conti chiede 95mila euro di risarcimenti ai vertici della Stranieri: il Rettore non ci sta...

La sentenza va a colpire oltre all'attuale Ministro Giannini, anche l'attuale Rettore Paciullo che però annuncia di ricorrere in appello e bacchetta a sua volta la magistratura contabile. Tutta colpa della gestione del locale ex Contrappunto

Non ci sta il Rettore dell'Università per Stranieri, Giovanni Paciullo, ad essere condannato per "spreco" di soldi pubblici con tanto di richiesta di risarcimento per via della gestione finita male del locale "ex Contrappunto", con sede a pochi metri da Palazzo Gallenga. Per questo il Rettore ha subito annunciato che  ricorrerà in sede di appello per ribadire le "ragioni" e la legittimità di quella delibera (ai tempi era membro del Cda diretto dalla rettrice Giannini anche lei finita nel mirino della Corte dei Conti) con la quale si dava il via libera all'affitto del locale in questione per poi subaffitarlo a privati, selezionati tramite bando, per mettere in piedi una struttura a disposizione degli studenti dell'Unistra. 

I fatti risalgono al 2008 ed il privato, secondo la difesa, non riuscì a garantire gli impegni economici presi con l'Università costretta a sobbarcarsi l'onere del contratto sottoscritto. Lo spreco accertato con la sentenza è di 95mila euro rispetto ai 339mila ipotizzati in un primo tempo dalla Corte dei Conti. Denari che dovranno essere pagati dai vertici dell'Ateneo anche se per quote differenti. 

"Per quanto mi riguarda, il collegio giudicante ha di molto ridimensionato il presunto danno erariale rimodulando la somma a mio carico a 3.900 euro, ma mi accingo a ricorrere, riproponendo in sede di appello, le ragioni già rappresentate”: ha scritto Paciullo che rivendica la regolarità di quella operazione. 

"Continuo a ritenere che l’unanime decisione assunta dal Consiglio d’Amministrazione dell’Università per Stranieri di Perugia, su proposta dell’allora Rettore Giannini e parere favorevole del Direttore Amministrativo dott.ssa Balsamo, fu dettata dalla necessità ed urgenza di destinare agli studenti spazi in un immobile, per la restante parte, già di proprietà dell’Università per Stranieri. Pertanto la conseguente delibera con cui venne deciso di affittare i locali era pienamente legittima in relazione alle particolari esigenze di carattere pubblico". La storia dunque non è ancora chiusa anche se c'è una prima sentenza importante. 

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