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Cronaca

Inchiesta sanità - Chiamate e messaggi per truccare i concorsi, ammesse intercettazioni e trojan nel processo Bocci

Respinte le eccezioni della difesa dell'ex segretario regionale Dem. Si torna in aula il 2 luglio per l'incarico al perito

Le intercettazioni e quanto emerso con l’utilizzo del trojan per spiare il cellulare di Gianpiero Bocci, ex segretario Dem regionale, nonché parlamentare ed ex sottosegretario, sono utilizzabili. È quanto deciso dal collegio giudicante del Tribunale penale di Perugia in merito al processo che vede imputato il politico umbro, con l’accusa di rivelazione del segreto d'ufficio in concorso. Secondo l’accusa bocci avrebbe, in tre occasioni, ricevuto e trasmesso le tracce dei concorsi presso l’Azienda ospedaliera di Perugia. L’ex parlamentare è difeso dagli avvocati David Brunelli e Alessandro Diddi.

La difesa aveva sollevato l'eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni, in quanto disposte e iniziate quando il nome del politico umbro non era iscritto nel registro degli indagati ed era ancora parlamentare: non poteva essere intercettato (come prevede l'articolo 68 della Costituzione) senza autorizzazioni da parte del Parlamento. L'iscrizione nel registro delle notizie di reato avviene, per Bocci, il 12 marzo 2019 in realtà per i pm è retroattiva al 3 dicembre 2018. Altro punto sottolineato dalla difesa riguardava il luogo dove erano state fatte le intercettazioni ambientali, cioè gli uffici in uso agli ex direttori dell'ospedale di Perugia, Duca e Valorosi. Contestando che l'ufficio non sarebbe un luogo di privata dimora, inteso come quel posto dove si svolge, anche se per poco, vita privata e possono anche essere luoghi diversi da quelli in cui si ha la residenza.

Quanto all’utilizzo del trojan l’accusa aveva depositato una serie di atti emessi dal giudice per le indagini preliminari a riprova del corretto utilizzo dello strumento per lo spionaggio del cellulare e della messaggistica digitale.

Secondo l’accusa i concorsi truccati sarebbero quelli che riguardano l’assunzione di medici, infermieri e personale ausiliario nell’ospedale di Perugia. I concorsi, secondo l’accusa, sarebbero stati truccati da Bocci e dagli altri indagati per favorire alcuni candidati, anticipando loro le domande che gli sarebbero state rivolte. Il procedimento che si è aperto oggi è uno stralcio di quella indagine, nella quale all’ex parlamentare viene contestato il reato di abuso d’ufficio, mentre per il processo odierno l’accusa è di rivelazione di segreto d’ufficio.

L’inchiesta sui concorsi nella sanità regionale aveva spazzato via la giunta della presidente Marini (indagata anch’essa) facendo cadere il governo regionale con un anno di anticipo. La Procura ha chiuso le indagini in merito a questo filone tre settimane fa.

La Regione Umbria si è costituita parte civile tramite l’avvocato Anna Rita Gobbo per il danno d'immagine arrecato all'Ente. Ammessa la costituzione di parte civile anche "Cittadinanza Attiva regione Umbria" tramite l'avvocato Alessandra Bircolotti e "Unione Nazionale Consumatori Umbria" con l'avvocato Sara Pievaioli.

Si torna in aula il 2 luglio per l’affidamento delle trascrizioni peritali delle intercettazioni.

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