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Cronaca Palazzo dei Priori, Sala dei Notari, Piazza IV novembre

E Perugia finalmente riscopre il suo talento internazionale della musica

Antonio “the genius” Rossi: un grande compositore perugino, in grado di competere con Vivaldi ed Albinoni (eseguiti nello stesso concerto ieri sera ai Notari)

Antonio “the genius” Rossi: un grande compositore perugino, in grado di competere con Vivaldi ed Albinoni (eseguiti nello stesso concerto ieri sera ai Notari). Se ne è avuta dimostrazione, in occasione della prima assoluta mondiale della sua opera sacra “ Salmo 63”, eseguita dal Coro di Santo Spirito Volumnia (orchestra giovanile SR2), diretto da In Sang Hwang. Una compagine vocale e strumentale di inusuale bravura (primo violino: Patrizio Scarponi). L’opera di Antonio Rossi ha avuto il supporto di quattro solisti d’eccezione: Chiara Giudice (con lui in foto), Elisabetta Pallucchi, Francesco Marcacci e Lorenzo Bartolucci, tutti accreditati dall’aver brillantemente calcato palcoscenici internazionali.

Antonio Rossi, pontefelcinese doc, classe 1962, è un polistrumentista e direttore d’orchestra che ha percorso tutti i continenti: sia coi concerti che attraverso la sua musica

Antonio compone passando con disinvoltura dal classico alle sonorità innovative dell’elettronica. Lavora con Rai (nazionale e International), Mediaset, Radio Vaticana. Non ha imbarazzi a scrivere per Antonella Ruggiero, come avvenne per il 64.mo festival di Sanremo. Al suo attivo oltre 400 composizioni per pianoforte, organo, musica vocale, sinfonica, sinfonico corale ed elettronica interattiva, musica sacra e profana di ogni genere. Stupisce gli esperti internazionali la sua capacità di passare dal classico alle interazioni tritonali elettroniche. Si pensi che ha composto per Elisabeth Leonskaja e Michel Petrucciani, per Ramin Bahrami e Stefano Bollani, per Francesco Cafiso e Richard Galliano, per la Biennale di musica di Venezia come per il Teatro Pergolesi di Jesi.

Finalmente il suo genio è stato consacrato anche nella Vetusta e le sue note sono risuonate tra le volte e gli affreschi dei Notari. Smentendo l’abusato detto del “nemo propheta in patria”.

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