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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Consiglio polveriera, le opposizioni abbandonano l'aula: la maggioranza resta e vota

Pd, Socialisti e Movimento 5Stelle mettono nel mirino il vicesindaco di Perugia: ecco perché e cosa è successo

Esplode il caos in consiglio comunale. Le opposizioni di Perugia (Pd, Movimento 5Stelle e Socialisti) abbandonano l’aula, azzoppando di fatto la seduta. Poi si siedono – fuori  -per una conferenza stampa improvvisata. Perché? In poche parole: lo scontro con il vicesindaco Urbano Barelli ha fatto detonare Palazzo dei Priori. “Siamo in una situazione d’emergenza – ha commentato il capogruppo dei Socialisti, Nilo Arcudi – perché quanto accaduto è molto grave. Perugia ha 1000 anni di storia ed è compito di ciascuno di noi rispettare la democrazia e le Istituzioni”.

Entrando nel dettaglio degli avvenimenti di oggi, spiega il Comune, Arcudi ha sottolineato che “le ragioni della decisione di abbandonare l’aula derivano dal fatto che è stato impedito dalla maggioranza al Presidente del Consiglio comunale di riferire su quanto accaduto in conferenza dei capigruppo”. Ovvero, spiega una nota Comune, “il rigetto della mozione d’ordine proposta dalla consigliera Rosetti”.

E ancora: “L’atto discusso oggi in conferenza dei capigruppo (ossia la lettera del vice sindaco Barelli avverso alla mozione di censura presentata nei suoi confronti dal M5S e votata dalla conferenza) va contro questo sistema democratico e queste regole. Noi, diversamente da altri, sentiamo invece forte il senso delle Istituzioni, cosa che per altri è sconosciuta”. Il documento – ha continuato il capogruppo – è gravissimo e va denunciato con forza: “avrebbe dovuto farlo il presidente del Consiglio comunale, ma ciò non è avvenuto. Nel documento, infatti, dopo 1000 anni di storia, ci viene spiegato come funziona il Comune di Perugia e ciò è inaccettabile perché costringe l’Ente ad arretrare su temi come il dibattito e la democrazia. I segnali che vengono dall’Amministrazione vanno in direzione opposta, ma noi non intendiamo arretrare di un millimetro sulla tutela dei valori della libertà e della democrazia, perché nessuno ci metterà il bavaglio”.

Come a dire, è caos. Tanto che a sentire la maggioranza la faccenda assume altri toni. Il gruppo di Forza Italia scrive così: “Nonostante il comportamento poco consono tenuto dall'opposizione, la quale ha deciso di abbandonare i lavori del Consiglio, la maggioranza coesa sta proseguendo nell’ordine dei lavori dell'assemblea. Il senso di responsabilità nei confronti dei cittadini e delle Istituzioni ci impone di proseguire nella discussione di ordini del giorno di grande importanza per la città di Perugia. Ci rammarichiamo che l'opposizione, in maniera strumentale, preferisca abbandonare la Sala del Consiglio Comunale venendo meno al proprio dovere”.

Ma torniamo ai fuoriusciti. Cioè l’opposizione e la sua conferenza stampa. Sono - allarme spoiler – veramente inferociti. E minacciano di non tornare più in consiglio. Spiega Palazzo dei Priori: “A ripercorrere le tappe della vicenda è stato il capogruppo del M5S Cristina Rosetti. Tutto parte dall’approvazione in Consiglio comunale di un odg del M5s su Gesenu, con cui si impegnava l’Amministrazione a riferire sulla questione. Ad occuparsi della relazione è stato il vice sindaco Barelli che, tuttavia, - secondo quanto riferito da Rosetti – ha omesso di riferire dei contatti avuti con il socio privato della partecipata, Cerroni. Questi contatti sono poi stati svelati dalla stampa, con tanto di contenuto della lettera inviata da Cerroni a Barelli e per conoscenza al sindaco. Questa omissione- prosegue Rosetti – ha impedito al Consiglio comunale, organo di indirizzo e controllo, di poter conoscere aspetti di grande rilievo nella vicenda Gesenu. Da qui nasce l’iniziativa del M5S di presentare una mozione di censura nei confronti di Barelli, poi approvata dalla conferenza dei capigruppo”. E di più: “Si arriva all’oggi, quando Barelli decide di portare un attacco frontale al Consiglio comunale, contestando in una lettera la legittimità dello strumento delle mozioni e degli odg. Ed essere accusati di aver adottato atti illegittimi rappresenta un fatto grave che il presidente Varasano avrebbe dovuto respingere al mittente, perché non può essere un membro della giunta ad intaccare la libertà dei consiglieri di operare”.

Rosetti, prosegue Palazzo dei Priori, “ha confermato, peraltro, che la mozione di censura è un mero atto politico e non certo di carattere amministrativo, così come ha definito incomprensibile la richiesta di una sorta di “vaglio preventivo” della legittimità degli atti dei consiglieri o la suggestione circa un presunto oltraggio a pubblico ufficiale”. “L’opposizione non accetta forme di intimidazione né bavagli: il consiglio comunale rappresenta l’intera comunità cittadina e non può certamente essere ostacolato nella presentazione dei propri, doverosi atti d’impulso. A questo punto o Barelli ritira quanto scritto oppure da domani farà bene a dimettersi”. Rosetti ha confermato “che i gruppi di opposizione porteranno avanti la loro battaglia fin quando il presidente Varasano non difenderà formalmente la libertà dell’Assise di operare, libera dall’ingerenza di altri”.

La consigliera Mori ha riferito che nel documento inviato dal vice sindaco Barelli alla conferenza dei capigruppo sono contenuti attacchi personali specifici e “sessisti” ad alcune consigliere comunali (la stessa Mori, Borghesi e Rosetti). E’ la conferma- secondo Mori- del fatto che troppo spesso il vice sindaco ha inteso minimizzare il lavoro del consiglio e delle commissioni, disconoscendo i compiti che spettano istituzionalmente ai componenti dell’Assise. “Per questo continueremo a chiedere al presidente del Consiglio, organo super partes, una precisa presa di posizione su questo fatto grave, perché è stata attaccata l’intera assise, cui, al contrario, va riconosciuto il giusto valore che la storia millenaria le attribuisce”.

Sarah Bistocchi ha riferito che non si può morire di regole: gli atti vanno rispettati, ma non ci si può nascondere dietro. “La mozione di censura è un atto politico e rientra nei poteri spettanti ai consiglieri, eletti democraticamente in seno all’Assise. Ribadisco che non accetteremo bavagli né ingerenze, né lezioni di democrazia da nessuno, specie da chi cambia casacca a seconda di quando siede a palazzo dei Priori o si trova al di fuori. La politica è cosa seria e non si improvvisa; su questo spero che il sindaco, che ha fatto della latitanza una regola, faccia sentire al più presto la sua voce”.

Pietrelli ha precisato “che sono pendenti in Consiglio comunale 64 odg (numero segnalato da Barelli nella missiva) a causa dell’inadeguatezza del presidente del Consiglio comunale e della maggioranza, che continuamente abbandona l’aula intorno alle ore 18. Quanto accaduto è gravissimo, ma non è l’unico episodio, visto che Barelli e la maggioranza giornalmente accusano se stessi”. A fine incontro Rosetti ha annunciato che l’opposizione non parteciperà più ai lavori del Consiglio fin quando la situazione denunciata non verrà risolta. Tuttavia – ha continuato Arcudi – l’opposizione garantirà la presenza nelle Commissioni per non bloccare l’attività dell’Ente. Infine Bori ha precisato che nel corso del prossimo Consiglio l’opposizione chiederà a Presidente e sindaco di esprimere la loro posizione ufficiale sulla vicenda.

Il duello è appena agli inizi: Barelli contro il resto del consiglio comunale (tolta la maggioranza). Il quotidiano scontro Camicia-Calabrese, in confronto, è un secondo di solletico.

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