Debito choc del Comune verso Gesenu: "Nel bilancio non c'è traccia, la magistratura intervenga"
Il Movimento 5Stelle: "Scoperta inquietante, Palazzo dei Priori deve 14 milioni alla società. Perché nessuno spiega nulla?"
La guerra dei debiti? E’ appena cominciata. “Dalla pentola a pressione della gestione dei rifiuti a Perugia fuoriesce una rivelazione inquietante”. Parole del consigliere comunale del Movimento 5Stelle Cristina Rosetti. La questione è presto inquadrata: “Dopo la mia denuncia sulla mancata corresponsione da parte di Gesenu dell’indennità di disagio ambientale per oltre un milione di euro, la sconcertante replica da parte di Gesenu: il Comune di Perugia ci deve poco meno di quattordici milioni di euro”.
Ancora la pentastalla a Palazzo dei Priori: “La Società non aggiunge alcun altro particolare, ma fa capire che l’asserito credito sarebbe legato all’appalto in essere. Parla anche di scadenze, Gesenu, ma ancora una volta non aggiunge particolari. Certamente, anche alla luce delle indagini in corso da parte della Polizia Tributaria e dell’attenzione che anche la Corte dei Conti ha annunciato sulla vicenda della gestione dei rifiuti e dei rapporti contrattuali in essere, la dichiarazione della Società conferma che la partita rifiuti è stata gestita nella più totale opacità. Nessun dato dei bilanci comunali approvati in questi due anni rivela un tale credito. Alcun accenno a questa pesante partita di debito hanno mai fatto i dirigenti al bilancio Rosi Bonci e Sarnari, né tanto meno il Presidente Gesenu, Luca Marconi, l’Assessore al bilancio Bertinelli e i revisori dei conti. Eppure, a credere a Gesenu, sulla testa dei cittadini di Perugia, la spada di Damocle dei rifiuti pesa come un macigno”.
A questo punto, Rosetti non si ferma più. E snocciola numero dopo numero: “Ma facciamo un po’ di conti: dal 2006 al 2015 i piani finanziari presentati da Gest/Gesenu e approvati dai vari consigli comunali, hanno visto il costo del servizio di gestione dei rifiuti lievitare dai quasi 27 milioni del 2006, ai circa 45 milioni del 2015. A ciò si sono aggiunti i versamenti milionari fatti dal Comune di Perugia, prima, e dai cittadini in bolletta, poi, a copertura delle bollette insolute degli utenti morosi. Con i costi del servizio è lievitata la bolletta, con incrementi esponenziali, che di recente Confcommercio ha quantificato nel 55 per cento, negli ultimi cinque anni”.
E così si arriva dritti alle domande. E tanto per chiarire, non sono retoriche (almeno si spera): “Quanto altro devono i cittadini di Perugia a Gesenu? A quale titolo la società vanterebbe il credito affermato di quasi 14 milioni di euro? Vi sono accordi paralleli, mai rivelati al Consiglio comunale, dalla Gesenu, né dalla Giunta e dai revisori, che possono mettere in pericolo il bilancio comunale? La somma è legata al noto buco di bilancio del 2006-2007 che i cittadini di Perugia stanno ancora pagando? Quali sono i rapporti reali intercorsi in questi anni tra la Società Gesenu e il Comune di Perugia? Perché nel 2007, poco prima della gara per l’affidamento della gestione dei rifiuti a Perugia e negli altri comuni dell’Ati2 (di oltre un miliardo di euro), che vide un unico partecipante, il Comune di Perugia concesse a Gesenu l’usufrutto sugli impianti di Ponte Rio e Pietramelina in cambio di quasi 15 milioni di euro? Quali altre operazioni sconosciute ai cittadini di Perugia si sono compiute in questi anni?”.
Dalle questioni alla magistratura il passo è breve. Sì, avete letto bene. Conclusione della Rosetti e del Movimento 5Stelle in Comune: “A questo punto, visto che nessuna di queste domande ha, in questi anni, avuto risposta né da parte delle Giunte che si sono susseguite né da parte degli organi di controllo, non ci rimane che rivolgerci alla Magistratura, confidando che almeno le indagini possano fare definitivamente chiarezza. Ma un ultimo quesito rimane: chi è l’autore della rivelazione del debito ultramilionario del Comune verso Gesenu: Luca Marconi, presidente di Gesenu e rappresentante della parte pubblica (i cittadini di Perugia) o Dante De Paolis, dirigente in aspettativa del Comune di Perugia, già dirigente al bilancio all’epoca del noto “buco” della Giunta Locchi, ed, ora, amministratore delegato di Gesenu (nominato subito dopo l’interdittiva), quindi, rappresentante dei soci privati riconducibili all’avvocato Cerroni e a Carlo Noto La Diega? Un particolare di non poco momento…”. Dalla parole, il Movimento 5Stelle, adesso deve passare ai fatti.