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Cronaca

Debiti con il Comune di Perugia, i consiglieri "morosi" se la cavano (per ora)

Nulla di fatto a Palazzo dei Priori, nuovo accesso agli atti. Niente nomi e niente cifre, tutto rimandato

Come nei film: uno si butta sulla bomba pronta a esplodere, impreca, strappa a casaccio i fili e il timer si inchioda. Sospiro di sollievo. E' ancora vivo. E c'è tempo per nuove avventure.

In pratica, quello che è successo al Comune di Perugia, nel giorno in cui dovevano venire allo scoperto i consiglieri "morosi". Cinque, secondo le soffiate. E anche un paio di assessori della giunta Romizi, addirittura.

Ma al consiglio comunale tutto tace. La bomba non esplode e di ufficiale ancora non c'è nulla. Tranne due ore di sportellate alla conferenza capigruppo, tra il presidente del consiglio comunale Leonardo Varasano e l'opposizione, Movimento 5Stelle a capo della testuggine di chi vuole nomi e cifre dovute. Perché, sempre secondo gli spifferi e le soffiate, alcuni debiti sarebbero contenuti, altri mastodontici. Ma alla fine, il nulla. Niente altro che puro silenzio. 

E poi c'è la questione di chi avrebbe saldato in fretta e furia il debito con il Comune di Perugia, pare subito dopo la richiesta di accesso agli atti presentata a metà agosto da un consigliere comunale di opposizione. Pare. Giusto prima che la bomba in questione si innescasse e il timer cominciasse a correre dal verso più spaventoso. Perché? Sospetti, soffiate (forse) e silenzio? Altro aspetto su cui vederci chiaro.

Ma ora dall'opposizione è stato presentato un nuovo accesso agli atti per chiarire tre cose (non due, tre): nomi, cifre e tempistiche. Perché c'è il filo rosso dell'ordigno bloccato nel primo lunedì dopo le vacanze che porta dritto all'incompatibilità e al rischio decadenza. 

Intanto, il Movimento 5Stelle non ci gira intorno: "Per il M5S - scrive Cristina Rosetti su Facebook - , non c’è nessun mistero, si è coperto il tutto finché non si è potuto più fare perché sarebbe stata una palese omissione. Insistiamo: chi di dovere sapeva o avrebbe dovuto sapere, che è esattamente la stessa cosa".

E ancora: "Un modus procedendi di cattiva amministrazione che a Palazzo dei Priori non è mai cambiato anzi è peggiorato. Ci sono burocrati che pensano di dover rispondere a chi li nomina invece che alla città. I nomi, su cui si nicchia, vanno resi pubblici; l’informazione è di evidente interesse generale". Lunedì ci si riprova.


 



 

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