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Cronaca

"Liberate l'ostello di Ponte Felcino dai profughi", il Comune dice sì

La IV Commissione Cultura del Comune di Perugia approva l’ordine del giorno dei consiglieri del Gruppo Misto Pittola e De Vincenzi

Tu chiamala, se vuoi, riqualificazione. E sempre se vuoi, leggila sgombero. La IV Commissione Cultura del Comune di Perugia approva l’ordine del giorno dei consiglieri del Gruppo Misto Pittola e De Vincenzi (comunque maggioranza) “riguardante la tutela e la valorizzazione della struttura ricettiva Villa Giardino di Ponte Felcino”, con 7 voti a favore e le due astensioni dei consiglieri M5S Giaffreda e Pietrelli, più il Pd uscito dall’aula. Il punto, brutalmente sintetizzato, è questo: “Via i profughi dall’ostello di Ponte Felcino”.

Nel loro ordine del giorno, spiega una nota di Palazzo dei Priori, “i consiglieri del Gruppo Misto Pittola e De Vincenzi chiedono che l’amministrazione verifichi il corretto impiego della struttura ricettiva a basso costo Villa Giardino di Ponte Felcino (l’ostello), di proprietà comunale, le condizioni dello stabile e delle suppellettili, nonché le modalità di gestione che l’Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù sta attuando dell’immobile e delle zone verdi limitrofe alla struttura, anch’esse di proprietà comunale; nonché la tipologia di rapporto instaurato fra Aig e Arci in merito all’utilizzazione dei locali dell’ostello”. In sintesi: l’accoglienza dei profughi nell’ostello alle porte di Perugia.

Secondo il duo del Gruppo Misto in consiglio comunale, “nel 2000 il Comune di Perugia ha affidato la gestione dell’immobile all’Aig. per 28 anni (dal 19/06/2002 al 19/06/2030) e dai primi mesi del 2015, l’Aig. insieme ad Aics (Associazione Italiana Cultura e Sport) ha attuato all’interno dello stabile il progetto “Accoglienza solidale”, rendendo di fatto impossibile un pernottamento turistico a pagamento (18 euro) –come peraltro ancora risulta possibile dal sito della struttura- e, soprattutto, sottraendo la stessa alla disponibilità della comunità residente nella zona”.

Pittola e De Vincenzi “chiedono anche all’amministrazione di individuare tutte le misure necessarie al fine di garantire la manutenzione delle aree verdi della struttura, onde evitare che la zona di interesse venga lasciata nel degrado; di verificare con la Prefettura e la Questura i protocolli di gestione degli immigrati ed il numero dei soggetti presenti nello stabile e, infine, di ripensare, se necessario, sentito il parere delle associazioni dei cittadini di Ponte Felcino, la destinazione dell’ostello, riassegnandone la disponibilità alle iniziative aggregative della frazione”. E ancora: “Il territorio pontefelcinese –si legge nell’atto- nelle zone adiacenti alla struttura ricettiva conosciuta da tutti come ostello, è caratterizzato da luoghi d’interesse che meritano di essere conosciuti, valorizzati e fruiti sia dai residenti che da esterni all’ambito strettamente paesano e che pertanto vanno custoditi e preservati sia a fini ricreativi che didattico-ambientali. Alla struttura è collegato anche il “Bosco didattico”, area di grande valore storico e naturalistico, anch’esso di proprietà comunale, caratterizzato dalla presenza di importanti testimonianze dell’architettura rurale quale la “Torre Baldelli-Bombelli” (oggi sede dell’ostello) ed il “Molino della Catasta” con la sua Torre medievale in cui è presente la sede Cea – Centro di Educazione Ambientale – volta a fornire al sistema scolastico territoriale ed alla cittadinanza un supporto educativo, informativo e formativo in ordine alle diverse tematiche ambientali. Nella frazione di Ponte Felcino perdurano molteplici problematiche, prima fra tutte quella della sicurezza e gli abitanti denunciano sempre più spesso, nell’area dell’ostello e nelle zone verdi limitrofe, una situazione di degrado e cattiva manutenzione dello stabile e di una non corretta gestione nell’accoglienza dei profughi. Peraltro, non risulta neanche che altre Associazioni locali (Proloco, Amici del Teatrino, Ass. Bosco Didattico) siano state consultate in merito alla destinazione”.

Il consigliere De Vincenzi, nel presentare l’atto in commissione, ha anche aggiunto che “la convenzione a suo tempo firmata da Aig con il Comune risulta disattesa in molte sue parti, come in quella inerente l’obbligo di destinazione turistica e il divieto di usare la villa Giardino per scopi non previsti dalla convenzione senza l’assenso del comune stesso. Non risulterebbe neanche la dovuta corresponsione nelle casse dell’ente degli importi dovuti da convenzione, per la quale si potrebbe ipotizzare anche l’ipotesi di danno erariale”.

In commissione è intervenuta l’assessore Cicchi, precisando tuttavia che la sua competenza sulla problematica discussa è relativa solo all’impiego degli immigrati in attività socialmente utili. “Per il resto – ha spiegato - da un lato, la questione immigrati è in capo direttamente alla Prefettura, dall’altro, l’ostello è di competenza dell’assessorato al Turismo”. L’assessore ha quindi precisato che “la struttura di Ponte Felcino viene utilizzata come centro di prima accoglienza dei profughi, che da lì vengono poi inviati nelle circa 47 strutture private in città. Ha anche annunciato che le associazioni stanno comunque già cercando un’altra struttura per liberare Ponte Felcino”.

E’ intervenuta in commissione anche una rappresentante della comunità di Ponte Felcino che, secondo quanto riportato dalla nota di Palazzo dei Priori, “ha messo in evidenza come la popolazione non sia stata sentita sull’opportunità o meno di utilizzare quella struttura per i profughi, struttura che peraltro la comunità locale utilizzava a costi bassi anche come centro di aggregazione”. “Non ce l’abbiamo con i profughi –ha detto la signora- ma no possiamo nascondere che dei problemi ci siano, rumori, disagi, sporcizia, insicurezza. Abbiamo aspettato tre anni perché ci era stato detto che sarebbe stata una situazione temporanea, ma in questo tempo è andata peggiorando e vorremmo riavere l’ostello per la comunità, per farci una biblioteca che non abbiamo, un centro per i nostri giovani e per il turismo”.

Il consigliere del Movimento 5Stelle Pietrelli, sottolineando la particolarità della situazione di Ponte Felcino in quanto luogo di arrivo dei profughi in città, ha chiesto che comunque il comune verifichi lo stato della struttura e la sua gestione in quanto struttura di proprietà comunale, quindi dei cittadini e, non ultimo, il fatto che quella struttura era utilizzata dalla comunità locale che ne è stata momentaneamente privata. “Non si tratta di dire no all’accoglienza –ha ribadito anche il consigliere Sorcini (Forza Italia) - ma di ripensare l’opportunità della scelta di Villa Giardino, dal momento che la comunità la usava e ora non può più farlo. Se ci sono strutture inutilizzate spostiamo in queste il centro di prima accoglienza e lasciamo l’ostello agli abitanti di Ponte Felcino". Per Giaffreda la questione non riguarda solo Perugia, ma è molto più ampia e spostare i profughi da un’altra parte significherebbe solo spostare il problema. Al termine della discussione anche lo stesso proponente “ha ribadito che lo scopo dell’odg è solo quello di dare una risposta alla cittadinanza di Ponte Felcino e di regolarizzare l’uso di una struttura comunale, con una progettualità definita”. Al consiglio comunale, come sempre, l’ardua sentenza. Profughi sì o profughi no?

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