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Cronaca

La Commissione di inchiesta sui rifiuti si farà: il parere degli uffici regionali

La commissione di inchiesta sui rifiuti è considerata dagli uffici anche valida formalmente dato che l'oggetto rientra nelle competenze regionali. Esulta l'opposizione: "Sarà su scala Regionale e non più solo su Gesenu". Ecco il parere ufficiale degli uffici

La Commissione di inchiesta sui Rifiuti in Umbria si deve fare, perche regolare, dopo la richiesta di otto consiglieri regionali di opposizione e al Consiglio regionale spetta solo stabilire la durata e i mebri che dovranno partecipare ai lavori. Gli uffici regionali chiamati in causa dalla Presidente Catiuscia Marini e dal capogruppo del Pd hanno espresso il loro parere affidando una memoria articolata in otto pagine. 

Gli uffici sono stati chiari anche sul fatto che non si può modificare con un voto d'aula - come paventato dalla maggioranza - l'oggetto e la premessa inserita nella richiesta dei consiglieri di opposizione. Questo passaggio è fondamentale perchè i gruppi di Lega Nord Umbria, Movimento 5 Stelle, Ricci Presidente, Fratelli d'Italia e Liste civiche hanno chiesto ufficialmente di analizzare tutto il sistema dei rifiuti in Umbria e non solo gli effetti dell'interdittiva anti-mafia calata come una mannaia su Gesenu e Gest ma su appalti lontani come quelli della Sicilia. 

ESULTA LA LEGA NORD: "AVEVAMO RAGIONE NOI, TORTO MARCIO MARINI E LEONELLI"

L'opposizione grida alla vittoria e si prepara a mettere in piedi una commissione di inchiesta sui rifiuti molto, ma molto interessante sia da un punto di vista politico che di tutela dell'ambiente su scala regionale e non più sul singolo caso. Così scrivono gli uffici regionali: "La richiesta sottoscritta da otto consiglieri regionali è stata indirizzatra al Presidente del Consiglio regionale ed è stata successivamente inserita nell'ordine del giorno dei lavori dell'aula quale proposta di atto interno n.239. LA COMMISSIONE PERTANTO DEVE ESSERE ISTITUITA". 

I DOCUMENTI UFFICIALI: UFFICI E RICHIESTE OPPOSIZIONEistituzione commissione d'inchiesta-2

E ancora: "Le premesse  alla richiesta sottoscritta  da parte degli otto consiglieri regionali di opposizione riportate nella proposta COSTITUISCONO PARTE INTEGRANTE DELLA RICHIESTA STESSA E NE RAPPRESENTANO LA MOTIVAZIONE (ex articolo 54, comma due dello Statuto). Le premesse per tanto non sono oggetto di autonoma votazione ed approvazione da parte dell'Assemblea, la quale si limita A DELIBERARE IN MERITO ALL'OGGETTO, ALLA COMPOSIZIONE ED ALLA DURATA DELLA COMMISSIONE DI INCHIESTA. In particolare, rispetto all'oggetto sul quale deve vertere l'inchiesta da parte della commissione e che, come appena detto, deve essere indicato nella deliberazione dell'Aula, SI EVIDENZIA COME LA RICHIESTA DI UN TERZO DEI CONSIGLIERI REGIONALI SEGNI INNEGABILMENTE LA STRADA DA SEGUIRE". 

Parole chiare dagli uffici regionali che entrano nel merito anche nella modifica delle premesse e dell'oggetto: "I precedenti che sono stati rinvenuti nelle passate legislature, successive al nuovo Statuto, confermano che laddove il consiglio regionale decidesse di modificare l'ambito di inchiesta rispetto all'iniziale proposta dei richiedenti, ciò è avvenuto comunque con il consenso dei proponenti"

Un consenso che l'opposizione non vuole dare anche perchè l'obiettivo è quelli di conoscere, indagare ed eventualmente intervenire (nell'ambito delle proprie funzioni) sul ciclo regionale dei rifiuti e non solo sulla situazione Gesenu-Gest. La commissione di inchiesta sui rifiuti è considerata dagli uffici anche valida formalmente dato che l'oggetto rientra nelle competenze regionali. E' ovvio, come più volte ribadito in aula anche dalla Presidente Marini, che la commissione non può travalicare le proprie competenze, non può trasformarsi in una Commissione con i poteri di quelle parlamentari e non deve assolutamente intralciare o sovrapporsi alle indagini in corso. Ma c'è un ma. Per gli uffici potrebbe acquisire le carte delle indagini. 

"La Commissione potrà tuttavia acquisire informazioni e valutazioni ai fini della verifica della sussistenza di eventuali danni ambientali o pericolo danno ambientale al fine di richiedere l'intervento statale, ai sensi dell'articolo 309 del l.lgs 152.2006". Inchieste e analisi sul danno ambientale sono attualmente in corso dopo i blitz della Guardia Forestale su mandato della Procura della Repubblica di Perugia.

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