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Cronaca

Commissione regionale anti-mafia, nuova informativa: il business è il riciclaggio dei soldi sporchi (con tanto di complici)

I controlli incrociati su investimenti, compra vendita di aziende umbre e appalti pubblici hanno rafforzato la rete anti-piovra

Se i reati del crimine comune a Perugia e provincia negli ultimi due anni sono in calo rispetto al passato, pur restando forte l'allarme su furti in abitazione e spaccio, anche i tentacoli della "piovra" mafiosa sembrano essere stati frenati dalle inchieste, dagli arresti e dall'alleanza Prefettura-forze dell'ordine-comuni su appalti e scambio di dati in tempo reale di soggetti a rischio. L'informativa del prefetto Gradone in commissione regionale anti-mafia ha stoppato eventuali allarmismi ma allo stesso tempo ha individuato il campo dove controllare, incrociare dati e seguire il flusso dei soldi che potrebbero essere frutto del bottino mafioso che ha in disperato bisogno di ripulire i denari. 

"Guardando ai fatti - ha spiegato il Prefetto di Perugia - l’Umbria non mostra fenomeni di consorterie di tipo mafioso ma ha indubbiamente caratteristiche di zona franca, che si presta per attività di riciclaggio, quindi parliamo di vulnerabilità. Il lavoro della Prefettura su questo versante, oltre che attraverso un monitoraggio costante svolto insieme a enti locali e associazioni, nonché grazie alla stretta collaborazione con Procura e forze dell’ordine, si concretizza nelle interdittive (ovvero il blocco a gareggia per appalti pubblici) alle imprese su cui gravano sospetti". 

I soldi sporchi da riciclare, in diversi casi, partono dalla cosca in Calabria per arrivare sulle scrivanie di soggetti insospettabili con mandato ad acquistare.  “Non dobbiamo vedere la mafia dappertutto – ha sottolineato il Prefetto - ma dobbiamo sviluppare un olfatto particolare per fiutare queste cose. A Perugia da anni ci sono diversi soggetti originari della Calabria ma che ormai sono umbri, perché hanno studiato qui o lavorano qui, sono umbri a tutti gli effetti ma hanno mantenuto relazioni con la terra di origine e in qualche caso utilizzano proventi acquisiti da cosche calabresi. Parliamo di piccole attività nel campo dell’edilizia, della ristorazione, recentemente anche compravendita di piccole imprese”.

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