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Cronaca

L'Umbria da conoscere: gli scavi dell'antica colonia romana a Cannara

I primi scavi che riportarono alla luce l'antico preesistente risalgono al 1931 e sono opera del maestro elementare Giovanni Canelli Bizzozzero, volenteroso esploratore dei primi strati

Visita guidata alla parte più elevata e antica di Collemancio (comune di Cannara), tra le rovine della città romana di “Urvinum Hortense”, dove il cronista e diversi appassionati sono accompagnati dal giovane archeologo Davide Squillace, coordinatore di un gruppo di giovani “scavatori”. Con loro è anche la presidente del Consiglio regionale, Donatella Porzi, che in questo antico paese ha scelto di vivere.

Urvinum Hortense fu fondata su un vicus preromano, Augusto la inserì tra i municipia della Regio VI. I primi scavi che riportarono alla luce l’antico preesistente risalgono al 1931 e sono opera del maestro elementare Giovanni Canelli Bizzozzero, volenteroso esploratore dei primi strati. In anni a noi più vicini  vi ha scavato Maurizio Matteini Chiari. 

L'Umbria da conoscere e vivere: gli scavi dell'antica colonia romana

La visita comincia dalle antiche terme, da cui è stato preso il bellissimo mosaico ora a Cannara: una rappresentazione giocosa, con nani dai grossi falli, a cavallo di animali esotici, tipico esempio di arte nilotica (egizia). Poi la visita ai resti dell’enorme cisterna e all’antico basolato stradale romano. Sopra il quale fu costruita una basilica paleocristiana, con a fianco tombe e ossaie, (un pezzo d’osso umano fa capolino dal terreno).

Infine il tempio (italico e preromano o, addirittura, etrusco?), coi piani sfalsati ad opera di archeologi dilettanti nell’Ottocento. C’è chi osserva (il professor Roberto Volpi, la stessa Porzi) che qui i ladri han fatto man bassa di materiali e mancano almeno un paio di file delle colossali pietre arenarie, riutilizzate forse per case coloniche e ville.

Nota di colore. Il cronista si è recato sul posto un’oretta prima (accompagnato dalle signore Rita Paglioni e Serena Cavallini, esperta d’antico ed ex guida turistica) e ha trovato un certo “disordine”: bottiglie di vino vuote o mezze piene, incarti e bottiglie di plastica cacciati in un sacco, oggetti che poco hanno di antico o archeologico. Se ne chiede ragione alla guida che dice: “Guardi: qui la notte succede un po’ di tutto!”. Niente riti esoterici o fatti scandalosi, s’intende, ma bevute, chiassate, caos: tanto il paese sotto è lontano. Urge delimitare con adeguata recinzione la zona. Appello rivolto al Comune di Cannara che, diligentemente, finanzia l’impresa, valendosi di studiosi e studenti dell’università.

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