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Cronaca Città della Pieve

C'era una volta un cerbiatto di nome Benny che venne curato al Pronto Soccorso

Ecco il racconto in esclusiva della dottoressa Alcioni che in una notte strana si è trovata a curare a Città della Pieve quel cucciolo di Cerbiatto

I primi passi sono sempre i più difficili e quelli più pericolosi. E questo vale per i cuccioli di uomo che per i cuccioli di cerbiatto. Se lo ricorderà per sempre il piccolo Benny che a soli 4 giorni di vita si è visto perduto lungo il ciglio di una strada nel cuore della notte. Senza più la mamma a prendersi cura di lui. Benny non è bambino ma un piccolo cerbiatto umbro la cui zampetta era rimasta ferita gravemente. Piccolo e indifeso, com'era, sarebbe stato una facile preda (sia di uomini che di carnivori nostrani a quattro zampe). Una delle tante vittime dell'inevitabile ciclo della natura. Ma in natura, come diceva Sid il Bradipo nell'Era Glaciale, non "sempre vince il più forte". E infatti due ragazzi romani diretti alle terme di San Casciano dei Bagni hanno deciso di salvarlo dopo essersi accorti di quel musetto ormai senza speranze lungo la strada nel Comune di Città della Pieve. Lo hanno preso intorno alle 2 di notte sperando di trovare qualche aiuto. Ma alla fine l'unica porta aperta trovata è stata quella del Pronto Soccorso di Città della Pieve. 

Il cucciolo di cerbiatto salvato al Pronto Soccorso

"Abbiamo sentito suonare e subito dopo ci siamo trovati questo cucciolo di cerbiatto ferito tra le braccia" ha spiegato a Perugiatoday.it la dottoressa Daniela Arcelli, perugina ma in servizio al 118 del Trasimeno "Abbiamo spiegato ai due giovani che noi eravamo un Pronto Soccorso e non certo una clinica veterinaria. Ma a quell'ora era tutto chiuso. C'era solo una clinica di Perugia con il turno di notte ma era a 32 chilometri di distanza". La sofferenza del cucciolo, l'amore per gli animali e quell'umanità che a volte fa grandi gli uomini e le donne hanno spinto per dare le prime cure. 

"La zampetta era ferita gravemente e così abbiamo deciso di intervenire. Il cucciolo è stato depositato su uno dei lettini del Pronto Socorso dopo aver messo un telo usa e getta. Abbiamo medicato la ferita e fasciato bene l'arto per fare in modo che a breve sarebbero potuto tornare a correre". Ma siccome il piccolo era stremato e affamato i medici e il personale infermieristico ha deciso di trasformarsi in mamma cerbiatto: "Con una siringa abbiamo somministrato anche del latte. In attesa che il personale della Guardia Forestale lo venisse a prendere per portarlo in un centro specializzato per la fauna". 

Ma prima delle 8 della mattina non sarebbe arrivato nessuno. E così Benny - che prende il nome dalla infermiera del 118 Benedetta Caponi - è rimasto tranquillo per quasi sei ore in uno scatolone ben arredato come si deve per ogni paziente dell'Ospedale di Città della Pieve. E i medici e gli infermieri facevano a turno per monitorarlo. "Sappiamo - ha concluso la dottoressa - che ora Benny si trova in un'area protetta del Monte Peglia ed è tornato a correre felice". La notizia del salvataggio non è uscita subito per qualche timore di troppo nella casa madre della sanità umbra. Ma i contribuenti sanno bene che salvare una vita, anche se poggiata su 4 zampe, sono i soldi meglio spesi. C'era una volta un Cerbiatto di nome Benny salvato dal 118 dai lupi cattivi da due giovani romani e da tre signori in cambice bianco e dal grande cuore: Daniela, Benedetta e Roberto. Per una volta tanto la favola finisce così. Il liete fine è stato già raccontanto. Accade anche questo in quella piccola Umbria dove i destini di uomini e animali spesso si saldano.

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