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Cronaca

Omicidio del piccolo Alex, l'anomalo viaggio in Italia, i rapporti con il padre del bambino e la pista della lotta per l'affido

Tutti gli indizi portano alla 44enne ungherese che era arrivata in Italia, secondo una prima ricostruzione, giovedì scorso

Perchè Erzsebet Katalin Bradacs, la donna di 44 anni ungherese accusata dell'omicidio del figlio di due anni, aveva deciso di raggiungere l'Italia? E' una delle domande a cui gli inquirenti della Procura della Repubblica di Perugia stanno lavorando per ottenere una risposta che potrebbe aiutare a capire questo dramma assurdo che si è consumato nella frazione di Città della Pieve, Po' Bandino. La donna non parla ma si è limitata tramite il suo avvocato a ribadire che non è stata lei ad uccidere Alex, il piccolo con il quale ha raggiunto giovedì scorso la cittadina toscana di Chiusi. In Italia non ha familiari, non ha un lavoro, il figlio maggiore vive all'estero e nemmeno aveva in agenda un colloquio per una occupazione. Ma qui in Italia, a Chiusi, aveva un conoscente che ha dato ospitalità a lei e al bambino. Un ex datore di lavoro dato che Erzsebet Katalin Bradacs aveva lavorato proprio in Toscana in un locale una decina di anni fa.

Le immagini delle telecamere disseminate lungo il territorio che unisce Umbria-Toscana, acquisite dai Carabinieri, dimostrano che la 44enne era sola ed ha raggiunto quel casolare abbandonato di Po'Bandino senza nessun aiuto, nessuna compagnia. vagava senza una meta, disorientata, forse disperata fino a quando - come dimostrano giocattoli e vestiario vario, tra cui la maglia insaguinata di Alex - è entrata in questa struttura distante poche centinaia di metri dal supermercato dove ha portato il corpo senza vita del figlio in cerca di aiuto. Una mamma disperata, sola e lontana da familiari e amici. Ecco dunque che la risposta alla domanda del perchè di questo viaggio in italia, che appare più una fuga che un trasferimento come tanti, è di certo cruciale. Una pista c'è, secondo quanto appreso da fonti vicine agli investigatori: l'ipotesi di un bambino conteso tra lei e il padre (che si trovava all'estero quando sono avvenuti i fatti). Un padre che ha scoperto della tragedia da una foto inviata tramite social. Si stanno compiendo gli ultimi esami per accertare definitivamente che quella drammatica immagine è stata inviata direttamente dalla donna.

Presunti rapporti difficili che erano emersi, seppur marginalmente, nelle poche frasi - confuse e contradditorie - di Erzsebet Katalin Bradacs dopo essere stata portata in stato di choc in caserma a Città della Pieve. Una pista che il Pm Manuela Comodi e il Procuratore Raffaele Cantone vogliono percorrere ascoltando il padre, acquisendo documenti, cercando di capire il rapporto tra i genitori del piccolo Alex. L'ipotesi di un affidamento turbolento si concilierebbe con la "fuga" in Italia, nei luoghi dove aveva lavorato la donna almeno 10 anni fa, e potrebbe essere anche la molla che ha fatto scattare un raptus. Ovviamente è tutto da provare. Inoltre i militari stanno sondando tutte le piste e i possibili scenari perchè comunque va ricordato che la 44enne ha negato di aver ucciso il figlio spiegando di averlo lasciato alcuni minuti solo sul passeggino per andare a recuperare un giocattolo e al ritorno di averlo trovato ferito a morte. 
 

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