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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Centro Storico / Corso Pietro Vannucci

Il cuore di Perugia perde ancora pezzi, la storica merceria Conti chiude i battenti

L'allarme della Mori (Pd): "E' una perdita per tutti, l'Amministrazione Romizi faccia subito qualcosa"

Il centro storico di Perugia perde pezzi di storia. La merceria Conti chiude i battenti. “I motivi – scrive il consigliere comunale del Pd Emanuela Mori, che lancia l’allarme sulla desertificazione del centro - sembrano essere sempre gli stessi: pochi clienti, incassi in calo”. Eppure, prosegue la Mori, “si tratta di una attività che può vantare ben 113 anni di vita, punto di riferimento per ogni tipo di articolo del settore delle stoffe e non solo - anche abbigliamento, giocattoli e casalinghi - tutto incentrato soprattutto sulla vita domestica. Resterà, pare, il negozio di Terni, a proseguirne l’attività”.

Insomma, “non solo un negozio, ma un punto di riferimento per il nostro centro storico, per i residenti ed i perugini in generale”. E non certo il primo a tirare giù la serranda. Da qui, l’allarme del Pd e della Mori: “In controtendenza rispetto a quanto sta accadendo a livello nazionale, Perugia sta perdendo le cosiddette “attività tradizionali”: Conti è solo l’ultimo in ordine di tempo. La Casa del corredo, la Cappelleria Truppa, l’erboristeria di Via Alessi (la prima sorta in Umbria), le librerie Bafometto e L’Altra, i negozi di musica Tarpani e Mipatrini, i pub TitBit e Joyce: uno stillicidio di “negozi storici”, che hanno abbandonato il nostro centro storico”.

Un recente studio della Confcommercio, va avanti l’esponente democratica, “dimostra che nel centro storico di Perugia è andato perso quasi un negozio su quattro, mentre nel resto del territorio comunale la flessione è stata molto più lieve. Inoltre, a causa della forte riduzione dei “negozi tradizionali” si corre il rischio di assistere ad una “desertificazione commerciale” del centro storico, con la conseguente riduzione dei livelli di servizio offerti ai cittadini”.
A questo punto, che fare? “Serve l’intervento dell’Amministrazione”. E ancora: “Attività come quelle citate devono essere considerate come soggetti attivi per la rivitalizzazione del territorio, e vanno protette e garantite, cercando di sostenerle in ogni modo possibile, per evitare che l’acropoli diventi un centro commerciale all’aperto. Il rilancio del centro storico non può essere limitato ad iniziative sporadiche, ma deve passare per programmi strutturali volti al mantenimento di quelle che sono le “attività tradizionali” che fanno parte della nostra storia”.

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