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Cronaca

Caso Marra: "La scomparsa di Sonia è un buco nero, ma è stata uccisa da qualcuno che conosceva"

Le motivazioni dei giudici della Corte D'Assise che hanno assolto Umberto Bindella dall'accusa di omicidio

Dopo undici anni dalla scomparsa di Sonia Marra, la studentessa di Specchia che si era trasferita a Perugia per studiare, esiste una sola certezza, secondo i giudici della Corte d'Assise che hanno assolto Umberto Bindella dall'accusa di omicidio: la ragazza non si allontanata volontariamente, la ragazza è stata uccisa.

Uccisa, è questa dunque la prima, seppur parziale, risoluzione di un giallo che dura dal 2006, dove si sono cercate risposte  in quel "buco nero" che ha inghiottito Sonia dal 16 novembre 2006. Ma non è stato Bindella, l'ex guardia forestale assolto in primo grado di giudizio con formula piena, "perchè il fatto non sussite". No, lui oltre a non averne un motivo - non regge nelle motivazioni dei giudici, la ricostruzione accusatoria del pm di un Bindella che vuole liberarsi dalla sua relazione con Sonia"- ha un alibi. Inoltre, il test D'Ambrosio, colui che asserì che Bindella disse di "aver fatto una cosa più grande di me e di te" è per i giudici "non è attendibile".

Bindella, scrivono i giudici della Corte d'Assise, non c'entra nulla con la descrizione offerta dalla vicina di casa che affermò di aver visto un uomo entrare in casa di Sonia in giorno della sua scomparsa, nè con un'altra testimonianza, resa da una domestica che viveva nella casa attigua a quella di Sonia. Ascoltata per rogatoria, confermò di aver visto in casa di Sonia un uomo di circa 35 anni, rasato, che non assomigliava affatto all'imputato. Stessa cosa il padre della giovane che testimoniò di aver visto un uomo entrare in casa di Marra. Anche lui disse di averla incontrata nelle scale di casa con un'altra persona.

E' pacifico per i giudici che Sonia non si sia mai allontanata da casa spontaneamente (nessun prelievo dal bancomat, nonostante il padre le avesse versato più soldi nei giorni della scomparsa), la ragazza non aveva nessuna ragione per allontanarsi da quella vita che conduceva, tra gli affetti della famiglia, seppur lontana, il suo lavoro e i suoi studi comunque da terminare. E' anche ipotizzabile, per i giudici, che lo stesso uomo "nero" che entrò nel suo appartamento il giorno della scomparsa, come testimoniato dalla vicina di casa, sia l'assassino, entrato nell'abitazione per liberarsi di qualche traccia. La giovane studentessa, per i giudici,  è stata ammazzata da qualcuno che conosceva, e che ha pianificato tutto. Ma il mistero però non è stato sciolto, perchè per quella fine così assurda, non c'è un nome, un movente, un corpo. 

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