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Cronaca

Caso Procure, Palamara chiede la ricusazione dei giudici. La Corte d'Appello si riserva

Oggi l'udienza, l'ex magistrato chiede di non essere giudicato da membri dell'Anm di cui è stato consigliere

Si è riservata di decidere la Corte d’Appello di Perugia chiamata a giudicare l’istanza di ricusazione avanzata dai legali di Luca Palamara, gli avvocati Benedetto Buratti e Roberto Rampioni. 
Secondo i legali dell’ex magistrato ed ex consigliere dell’Anm, nel processo che lo vede imputato per il reato di corruzione, Palamara non può essere giudicato da giudici iscritti alla stessa associazione, come risultano essere la presidente della Corte e uno dei giudici. Per questo ne hanno chiesto la ricusazione. 
Eccezione ai cui la Procura Generale di Perugia si è opposta, motivando la decisione in una memoria depositata nei giorni scorsi. Per la Procura Generale, con a capo Sergio Sottani, “non sussistono ragioni per ritenere un interesse dei giudici nel processo, in quanto le condotte addebitate all’imputato, in relazione alle quali l’Anm ha inteso presentare la propria domanda di costituzione di parte civile nel processo penale pendente presso il Tribunale di Perugia, sono condotte che, sulla base della prospettazione accusatoria, si pongono in assoluto contrasto con i principi che governano l’agire del magistrato e che danneggiano il prestigio e l’indipendenza della magistratura”.
Giudicata inammissibile, invece, la memoria presentata in udienza dall’Anm. I difensori di Palamara, anche in aula, hanno rinnovato la richiesta di ricusazione. La Corte d’Appello si è riservata. Nei prossimi giorni la decisione.

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