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Cronaca

Caso Bianzino, Inchiesta da riaprire: anomalie nelle indagini post-mortem

La famiglia, il comitato e l'avvocato Zaganelli hanno chiesto, con nuovi elementi a favore, al Ministero della Giustizia di riaprire le indagini sulla morte. La Procura Umbra accetterà?

Non sono bastate una condanna e alcuni archiviazioni per conoscere la verità sulla morte di Aldo Bianzino, l'uomo arrestato insieme alla moglie perchè aveva piantato un pò di "maria" nel suo orto e morto subito dopo in carcere. Per il figlio Rudra, il vecchio padre e il comitato per la verita sulla morte di Bianzino ci sono ancora troppi punti oscuri e negligenze che potrebbe non aver fatto emergere la verità. 

La prima su tutte: la certezza dell'ora della morte. "L'omissione di un esame sui tessuti che avrebbe potuto datare con maggiore precisione l'ora della morte" questo è il parere del legale Massimo Zaganelli "Nel processo  quell'aneurisma non è stato rintracciato; la quantità di sangue riversatasi nella zona del fegato non è compatibile con lesioni post mortem e le telecamere alle 7 del mattino, momento dell'asserito ritrovamento del corpo di Aldo, hanno smesso di funzionare: non c'è una sola immagine dei soccorsi".
 
Ora che questi elementi sono emersi dopo anche le motivazioni della sentenza è necessario per la famiglia Bianzino la riapertura delle indagini. Un grido lanciato al ministero della Giustizia perchè intervenga sulla procura umbra per riaprire un capitolo giudiziario che per loro non è chiuso. 
 
Al caso si sono interessati i parlamatari Rita Bernardini (partito Radicale) e Walter Verini (Pd), con una serie di interrogazioni parlamentari, l'ultima in cui si chiede al ministro della Giustizia in cui si chiede di esercitare i poteri ispettivi sulla procura.

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