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Lunedì, 2 Ottobre 2023
Cronaca Norcia

Casetta di legno post sisma, finita l'emergenza va abbattuta e non trasformata in annesso agricolo

Norcia, il Tribunale amministrativo regionale dell'Umbria rigetta il ricorso di un coltivatore che dopo aver abitato nella struttura realizzata sul suo terreno la voleva utilizzare per l'azienda agricola

Costruisce una casetta di legno nel suo terreno dopo che il terremoto del 2016 ha danneggiato l’abitazione principale, ma quando vuole riprendere l’attività agricola e trasformare il manufatto in rimessa degli attrezzi arriva il “no” del Comune di Norcia e del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria.

La proprietaria del terreno e dell’immobile, difesa dall'avvocato Francesco Vitelli, si è rivolta al Tar dopo che il Comune di Norcia, difeso dall'avvocato Vittorio Betti, aveva respinto la richiesta di accertamento di conformità paesaggistica di edificio “che costituisce delocalizzazione ed ampliamento di un preesistente annesso agricolo sito in Norcia”.

La casetta di legno era stata costruita dalla proprietaria “quale soluzione abitativa alternativa all'immobile di sua proprietà divenuto inagibile per effetto delle scosse telluriche” del 2016. Il manufatto era stato realizzato in emergenza in quanto alla signora non spettava l’assegnazione della soluzione abitativa di emergenza, in quanto la sua casa non rientrava negli immobili danneggiati di livello “E”. Per questo la ricorrente “si vedeva costretta ad allestire presso il terreno agricolo di sua proprietà, destinato alla coltivazione di piante da tartufo, un manufatto precario ligneo” come “soluzione abitativa emergenziale e provvisoria”, per altro “realizzato sull’area di sedime già occupata da un piccolo annesso agricolo crollato a causa del sisma, e che nello stesso la ricorrente si è trasferita, in attesa del ripristino dell’immobile di residenza, insieme alla figlia e al nipote”.

Finita l’emergenza la ricorrente ha chiesto che il manufatto rimanesse stabile sul posto per utilizzarlo come annesso agricolo per la sua attività di coltivazione del tartufo.

Il Comune, però, negava il permesso e imponeva il ripristino dello stato dei luoghi entro 90 giorni. Provvedimento che faceva scattare il ricorso al Tar.

Secondo i giudici amministrativi la casetta è stata costruita correttamente secondo la normativa emergenziale post terremoto, ma la trasformazione in annesso agricolo dovrebbe seguire le consuete norme urbanistiche, quindi diventa un abuso da eliminare in quanto non rispetta i vincoli paesaggistici. Ne consegue il rigetto del ricorso.

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