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Cronaca Norcia

"Sfrattate" dal terremoto si costruiscono una casetta di legno, ma per la burocrazia è abusiva

Secondo il Comune di Norcia non possiedono immobili nelle zone terremotate, quindi non hanno diritto alle agevolazioni per le sistemazioni alternative. Il ricorso al Tribunale amministrativo: "La casa lesionata era in comodato gratuito a vita"

Il sisma rende inagibile l’abitazione di tre donne e per un cavillo burocratico la casetta di legno che hanno costruito su un terreno di loro proprietà non sarebbe legale e, quindi, da abbattere.

Le tre donne vivevano insieme in una casa in forza di un comodato gratuito. L’abitazione a causa del terremoto del 24 agosto del 2016 risultava inagibile con ordinanza di sgombero da parte del Comune di Norcia.

Senza perdersi d’animo le tre signore ordinavano e facevano costruire una casetta di legno in un terreno di proprietà di una di esse. A luglio del 2017, però, dopo un controllo dei tecnici del Comune, lo stabile in legno veniva dichiarato abusivo, con ordinanza di sgombero e di abbattimento. Le tre donne presentavano domanda al Comune per il riconoscimento “del carattere di temporaneità per immediate esigenze abitative”. Secondo il Comune, però, non ne avrebbero diritti perché nessuna delle tre donne risultava proprietaria di immobili a Norcia. Cioè si ritiene che il “contratto di comodato d’uso” non sia valido ai fini dell’ottenimento dei benefici previsti dalla normativa sul post terremoto.

Le donne si rivolgevano al Tribunale amministrativo regionale contestando la versione del Comune e ritenendo che la norma si applichi anche per “usufruttuari o titolari di diritti reali di godimento su immobili distrutti o gravemente danneggiati e dichiarati inagibili”, come nel loro caso con il comodato d’uso.

Per i giudici amministrativi le tre signore hanno agito correttamente essendo in “possesso di titolo o di altro diritto reale o di godimento” per poter ottenere il rilascio dei permessi di temporaneità per installare una casetta di legno a scopo abitativo, in forza della “ratio della norma, volta a consentire a chi si trovi in situazioni di emergenza abitativa a causa dell’inagibilità della casa di abitazione, a seguito degli eventi sismici, di provvedere anche autonomamente ad una sistemazione alloggiativa temporanea”.

Da qui la decisione di accogliere il ricorso delle tre donne e di condannare l’amministrazione nursina al pagamento (parziale) delle spese di giudizio.

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