rotate-mobile
Cronaca Fontivegge / Via Macello

Via del Macello, prostitute da Spagna e Brasile: chiuse 2 case d'appuntamento

Dopo numerose segnalazioni su alcuni movimenti sospetti in Via del Macello, la terza sezione della Squadra Mobile ha intrapreso un'attività di controllo che ha portato alla scoperta di due "case del piacere"

Da tempo giungevano, presso la Terza Sezione della Squadra Mobile, numerose segnalazioni di movimenti sospetti all’interno del civico 61 di Via del Macello, già nota per la presenza di “case d’appuntamento”.

L’ufficio, pertanto, intraprendeva una vasta e continua attività di controllo della zona, constatando l’effettivo notevole afflusso di persone, tutte di sesso maschile che, una volta entrati nell’androne principale, uscivano dopo circa mezzora. Al fine di accertare se, di fatto, taluni appartamenti fossero stati organizzati a case del piacere, si monitorava il traffico internet di alcuni siti specializzati in annunci per incontri con evidenti allusioni sessuali.

Tale attività permetteva di isolare, tra le molte, due utenze cellulari di particolare interesse e risultate poi intestate rispettivamente alle prostitute che si trovavano negli appartamenti ed agli sfruttatori. Fingendosi clienti, gli agenti, contattavano una delle dette utenze per un appuntamento.

L’interlocutrice, di chiare origini sudamericane, rispondeva dando la propria disponibilità all’incontro per la cifra di 70 euro.  Dopo pochi minuti l’operante ricontattava il medesimo numero chiedendo alla donna con esattezza ove si trovasse l’appartamento. A questo punto uno degli operanti saliva al piano indicato mentre altri colleghi rimanevano in appostamento: non appena faceva ingresso nell’appartamento veniva accolto da una ragazza, in abiti estremamente succinti che, con movenze seducenti, lo invitava ad entrare.  

Dopo pochi istanti i colleghi appostati suonavano al campanello ed una volta aperta la porta dal collega. A questo punto veniva intimata immediatamente alla donna di esibire i propri documenti di identità, accertando altresì che era in possesso dell’utenza cellulare con cui l’operante fintosi cliente aveva avuto l’iniziale contatto telefonico. A precise domande la donna (una quarantenne brasiliana) riferiva di essere arrivata a Perugia da domenica scorsa, proprio per prostituirsi in quell’appartamento, avendo una grandissima necessità di denaro, poiché il marito in Spagna (ignaro dell’“attività” esercitata) ha problemi di lavoro ed ha gravi difficoltà anche per il mantenimento della figlia di quattro anni.

Gli arresti

A finire in manette è una coppia F.S., nato il 9 novembre 1960 a Fano e  T. D. S. R., conosciuta con lo pseudonimo di NIDYA e di origini brasiliane, indicata dalla succitata donna spagnola come il contatto per la sua attività di svendita del suo corpo. Infatti, la ragazza iberica ha raccontato di essere partita per l’Italia con destinazione Perugia anche perché apprendeva dalla medesima NYDIA, che sul sito spagnolo MUNDOANNUNCIO.COM era pubblicato un annuncio con il quale proprio lei, reclutava, unitamente al proprio marito, ragazze per lavorare proprio a Perugia, nell’ambito di incontri personali erotici a pagamento.  Gli immediati riscontri fatti hanno in effetti acclarato la presenza di tale inserzione avente come riferimento la e – mail NYDIA.REGINA@YAHOO.com.

Sempre dalle dichiarazioni della donna emerge come, una volta giunta a Perugia nella nottata del 12 u.s., la stessa sia stata accolta, se non prelevata, dai due arrestati per essere subito portata nell’appartamento in questione, ove al momento si trovavano altre tre ragazze che nei giorni successivi avevano lasciato l’abitazione per aver terminato il proprio “turno”. Prima di lasciarla F.S. marito di NIDYA,  pretese l’anticipo di euro 350 a titolo di pagamento per una settimana di soggiorno, indipendentemente dal numero di clienti ricevuti.

Le vennero inoltre consegnati numerosi preservativi ed altro materiale per la prostituzione, nonché un telefono cellulare, di proprietà dell'uomo, da utilizzare per il lavoro con all’interno la sim card già citata per il contatto con i clienti. Il martedì successivo, dopo essere rimasta sola per la partenza delle altre ragazze, la prostituta venne raggiunta da una nuova giovane, anch’ella accompagnata dal F.S..
Quest’ultima tuttavia vi rimase un solo giorno vedendo che l’attività della clientela non era quella sperata.  Rimasta nuovamente sola, la donna chiamò NYDIA manifestando l’intenzione di partire chiedendo pertanto la restituzione di parte del denaro versato.  Le venne detto che in mattinata sarebbero venuti, sia lei che il marito, per restituire il denaro per i giorni in cui non si sarebbe prostituita.

Alla luce di ciò, veniva approntato idoneo servizio di appostamento: entrati i due venivano immediatamente fermati e vistisi oramai scoperti, confermavano quanto riferito dalla donna, aggiungendo altresì di avere un secondo appartamento in Via Settevalli, 11 ove avevano sistemato una seconda ragazza sempre per prostituirsi.

Altri operanti si portavano presso il citato secondo appartamento ove veniva identificata un’altra ragazza brasiliana, trentenne. Il P.M. di turno Dott.ssa M. COMODI disponeva che gli arrestati fossero associati presso il Carcere di Capanne. I due sono ritenuti responsabili del reato di sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione in concorso tra loro.

 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Via del Macello, prostitute da Spagna e Brasile: chiuse 2 case d'appuntamento

PerugiaToday è in caricamento