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Cronaca

Ancora violenza nelle carceri umbre: un agente minacciato di morte e un altro aggredito

Lo denuncia il sindacato Sappe: "I due episodi nel penitenziario di Terni, ai colleghi la nostra vicinanza e solidarietà"

Ancora episodi di violenza nelle carceri umbre. Sono avvenuti tra ieri e oggi (martedì 16 novembre) a Terni e a denunciarli è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe), il primo e più rappresentativo della categoria, per voce del segretario nazionale per l’Umbria Fabrizio Bonino.

“La situazione nelle nostre carceri resta allarmante - spiega Bonino -. Prima un detenuto, già ad alta sicurezza, ha minacciato di morte un agente e, brandendo un bastone, si è scagliato contro la postazione di guardia. Poi altri quattro si sono rifiutati di rientrare in cella dal passeggio ed uno di questi ha aggredito un altro collega. Si tratta di un soggetto che ha già posto in essere comportamenti violenti durante la detenzione e che la Polizia Penitenziaria è riuscita a contenere nelle sue intemperanze più volte. Ai colleghi minacciati e contusi va la vicinanza e la solidarietà del Sappe”.

Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: “Nei 200 penitenziari del Paese l’affollamento nelle celle resta significativamente alto rispetto ai posti letto reali, quelli davvero disponibili. Quel che è accaduto a Terni, con la violenta aggressione verbale e fisica ai poliziotti ai quali va tutta la nostra vicinanza e solidarietà, ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva e delle gravi condizioni operative nelle quali lavora ogni giorno il personale di Polizia Penitenziaria”.

Il Sappe stigmatizza “lo smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri a cui vengono preferite una vigilanza dinamica e il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno con controlli sporadici e occasionali, con detenuti di 25 anni che incomprensibilmente continuano a stare ristretti in carceri minorili. La realtà detentiva italiana è complessa e problematica ed il Sappe lo denuncia sistematicamente nell’indifferenza delle Istituzioni”.

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