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Cronaca

Carceri Umbria, Lisiapp: "Affrontare la carenza di personale"

L'agitazione degli operatori di polizia penitenziaria di queste settimane davanti alle strutture penitenziarie di Perugia e Viterbo sembra non aver scosso l'Amministrazione Penitenziaria

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di PerugiaToday

Il Libero sindacato Appartenenti Polizia Penitenziaria (LISIAPP) chiama in causa  il D.A.P. il Dipartimento delle Carceri e il ministero della Giustizia, reo di non aver preso in modo costante le agitazioni e i sit-in di protesta del personale di polizia penitenziaria, dove gli operatori sono stremati dalla mancanza di prospettive presenti e non future, ma ancor di più spendere le proprie risorse ed energie prioritariamente nella direzione delle condizioni e del trattamento dei detenuti, dimenticando invece il personale di polizia penitenziaria obbligato a convivere con turni lavorativi massacranti, straordinari pagati con eccessivo ritardo, condizioni di lavoro pessime e sicurezza nei luoghi di lavoro inesistente.

Senza personale di Polizia Penitenziaria, gli unici ad avere un rapporto quotidiano e costante con il detenuto, non si potrà mai avere un vero trattamento ed una reale sicurezza per i nostri cittadini, quando questi finiranno di espiare la pena.

"Il sindacato LISIAPP - afferma il segretario generale dr. Mirko Manna -auspica finalmente un intervento concreto per affrontare seriamente la carenza di personale di Polizia Penitenziaria e delle carenze strutturali degli istituti penitenziari dell'intero territorio nazionale, in particolare quelli dove soffrono in modo quotidiano le problematiche di sovraffollamento e disagio.

Il miglioramento – aggiunge Manna- delle condizioni carcerarie, attività intrapresa da una recente direttiva del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria con l'istituzione di un gruppo di lavoro, dovrebbe passare anche dal miglioramento delle condizioni lavorative degli agenti di polizia penitenziaria. Ancora oggi, gli operatori di polizia penitenziaria ma le stesse OO.SS. come il LISIAPP aspettano l'istituzione dei centri d'ascolto riservati agli agenti in difficoltà. Questi centri , con l'ausilio di psicologi e assistenti sociali , dovevano servire ad evitare il linea di massima quel disagio psicofisico lavorativo e/o personale degli agenti , ma soprattutto cercare di non lasciare soli gli operatori di polizia , nella loro solitudine che poi sfociano in atti di suicidio".

"Infine, se le condizioni rimarranno tali - conclude il leader del Lisiapp - non esiteremo, come del resto abbiamo fatto sempre in queste settimane, ad effettuare tutte quelle forme di protesta che la legge ci consente e di coinvolgere il più possibile anche le istituzioni esterne tanto da portare al di là del muro di cinta le nostre problematiche compreso le condizioni in cui operano oggi gli agenti di polizia penitenziaria".

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