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Cronaca

Cosa fanno tutto il giorno i detenuti del carcere di Capanne? Il viaggio all'interno

In visita oggi alla casa di reclusione il sottosegretaria alla giustizia Federica Chiavaroli

Niente sembra essere fuori posto. La vita all'interno del carcere di Capanne scorre lenta come in tutte le case circondariali d'Italia, ma a differenza delle altre l'istituto di reclusione diretto da Bernardina Di Mario ha deciso di fare del principio della “rieducazione del detenuto” una ragione di vita. L'idea di rimanere immobili all'interno della propria cella, guardando la tv, non è contemplato. I detenuti si alternano infatti tra un'attività e l'altra. Ed è così che costruire piccoli souvenir o imparare un mestiere diviene a Capanne una regola perentoria.

Un successo che ha lasciato piacevolmente stupita la sottosegretaria alla giustizia Federica Chiavaroli, accompagnata nel suo viaggio dal coordinatore regionale di Ncd-Aria Popolare Massimo Monni e dalla senatrice del Pd Nadia Ginetti. Non è un segreto che da tempo il guardasigilli Orlando stia pensando di rimodernizzare gli istituti penitenziari o di spostarli direttamente fuori dalle città. Un cambiamento da tempo nell'aria e che ben si sposa con il concetto di pena che il carcere di Capanne porta avanti. Esempio unico nel suo genere è l'azienda agraria del carcere. A coltivare i vasti appezzamenti di terra sono i detenuti, gli stessi che poi rivendono frutta e ortaggi ai cittadini. Basta una semplice mail per farsi consegnare direttamente a casa la merce. Prezzo esiguo e prodotti biologici assicurati.

Nel reparto femminile si è invece deciso di insegnare un mestiere a tutte quelle donne che hanno intenzione di uscire dalla casa di reclusione e rifarsi una vita. La direttrice ha deciso, quindi, di aprire per loro un corso di sartoria. Ma c'è chi dentro al carcere riesce persino a studiare e conseguire la laurea, grazie ai tutor presenti. Dietro le sbarre c'è anche chi ha deciso di prendere parte a un corso di teatro e chissà che non diventi un nuovo protagonista di qualche film di Garrone che nel suo “Reality” fece recitare come attore protagonista un ergastolano.

Undici degli ospiti di Capanne hanno invece costituito un gruppo per lo studio della Bibbia mentre in 15 hanno dato vita a una squadra di calcio. Insomma un piccolo microcosmo che ha come scopo principale quello di restituire alla società persone che evitino, una volta uscite, di vivere di espedienti, ma al contrario riescano a ricostruire la propria vita. Esperimento che a volte fallisce, ma che in altri casi risulta invece vincente.

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