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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Costruisce un capanno da caccia sopra una quercia: condannato per abuso edilizio

La sentenza confermata in Cassazione: violate le norme edilizie, antisismiche e venatorie

Costruisce un capanno da caccia su un albero e viene condannato per abuso edilizio.

L’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Pugliese, è stato condannato in primo grado, con conferma in Corte di appello, a 2 mesi e 20 giorni di arresto e 8mila e 500 euro di multa per avere “realizzato una costruzione in legno della superficie di circa 3 metri X 2 metri e di altezza di 2 metri, sopra una quercia, a circa 4 metri da terra”, in una zona sismica “senza darne preavviso e senza attendere la necessaria autorizzazione”, da utilizzare come appostamento fisso per la caccia (per questo utilizzo avrebbe chiesto alla Regione Umbria l'autorizzazione), in particolare al colombaccio.

La vicenda è così finita davanti alla Corte di Cassazione con un lungo e articolato ricorso nel quale si contestava tutto l’impianto accusatorio, compresa la mancata dichiarazione di intervenuta prescrizione.

Per i giudici di Cassazione, però, il ricorso è inammissibile sotto tutti i profili, trovandosi di fronte alla violazione delle normative edilizie, antisismiche e venatorie. Per i magistrati, inoltre, “non va trascurato, sotto tale profilo, che l'imputato ha anche disatteso l'ordine di demolizione impartito dal Comune, ed ha cercato di ovviare all'irregolarità dell'opera sotto il profilo edilizio e di sicurezza sismica facendo ricorso all'autorizzazione rilasciata dal dirigente del servizio foreste, montagna e sistemi faunistici-fauna della Regione Umbria, il quale però non aveva poteri di controllo in ordine alla realizzazione del manufatto”.

Quanto al regime sanzionatorio per la Cassazione la decisione è corretta: “La pena in primo grado è stata così determinata in primo grado: la pena base è stata fissata in 3 mesi di arresto e 12.000 euro di ammenda, poi ridotta per le circostanze attenuanti generiche a 2 mesi di arresto e 8.000 euro di ammenda, quindi aumentata per la continuazione, complessivamente a 2 mesi e 20 giorni di arresto e 8.500 euro di ammenda” a fronte di una pena che solo per l’abuso edilizio oscilla “da un minimo di 5 giorni di arresto ad un massimo di due anni di arresto e, congiuntamente, da un minimo di 10.329 euro di ammenda ad un massimo di 103.290 euro di ammenda”.

La pena, quindi, è stata “orientata verso i minimi edittali”, ma alla stessa si deve aggiungere la condanna al versamento a favore della cassa delle ammende dalla somma di 3mila euro.

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