Al Canile comunale si sorride, crescono sempre di più le adozioni di cani
Ottime cifre quelle distribuite dal Canile Comunale di Perugia che registra un aumento del 60% delle adoizoni nell'ultimo periodo. La salute del canile va sempre meglio grazie all'ottimo lavoro della struttura comunale
L'amore per gli animali del popolo umbro non è secondo a nessuno e questo si evince anche dai dati delle ultime adozioni nel Canile Comunale Sanitario di Perugia. Infatti il centro di prima accoglienza per le zone di Perugia, Torgiano, Deruta, Corciano, Collazzone e Marsciano, continua a registrare un costante incremento di adozioni con un incredibile +60% nell'ultimo periodo, grazie anche alla collaudata collaborazione con la facoltà di medicina veterinaria dell’Università degli Studi di Perugia.
"I cani che stazionano al canile sanitario, - spiega Stefania Mancini, responsabile del servizio di Igiene Urbana e Prevenzione del Randagismo della USL Umbria 1 - sono sempre tanti, mediamente dai 90 ai 100, e questo perché sono cresciuti negli anni gli interventi per accalappiamento, da 504 nel 2008 siamo passati a 733 catture nel 2012, e perché spesso molti cani, dopo i 60 giorni di ricovero utili a far fronte a tutte le necessità sanitarie e giuridiche, non possono essere trasferiti alla sezione Rifugio dell’ENPA, ugualmente sovraffollata. In attesa che proseguano le opere di adeguamento e ampliamento strutturale, il servizio riesce sempre a garantire il benessere dei cani ricoverati, in termini di controlli sanitari, nutrizione e pulizia, grazie al lavoro di tutti gli operatori coinvolti. In particolare, grazie al progetto ‘RandAgiamo’, condiviso con il Laboratorio di Etologia e Benessere Animale (LEBA) del dipartimento di Scienze Biopatologiche e Igiene delle produzioni Animali Alimentari (SBIAA) della facoltà di medicina veterinaria di Perugia, da quattro anni continuiamo a registrare un costante incremento delle adozioni che nel 2012 ha raggiunto il 72% dei cani rimasti a nostro carico, contro il 37% che registravamo nel 2009. Lo scorso anno, infatti, dei 733 cani randagi accalappiati, 316 sono rimasti in carico al canile, in quanto sprovvisti di dispositivo identificativo o microchip e non reclamati, e di questi ben 228 sono stati dati in affido definitivo".
Oltre ad aver aumentato le adozioni e il grado di soddisfazione dei nuovi proprietari adottanti, grazie all’assistenza su cui possono contare anche dopo l’adozione, l’attuazione del progetto RandAgiamo ha migliorato anche il clima e la convivenza all’interno del canile stesso, riducendo drasticamente i casi di aggressione tra i cani presenti.
"Attraverso questo progetto - spiega Silvana Diverio, responsabile di 'RandAgiamo' per l’Università degli Studi di Perugia – abbiamo messo a punto un percorso di formazione dei cani per favorirne l’adozione. Per facilitare la sua introduzione in un futuro ambito familiare, ogni cane viene valutato dal punto di vista comportamentale e poi formato attraverso un percorso di educazione che consiste in tre incontri settimanali per due settimane e altri incontri a distanza per il mantenimento delle abilità acquisite, in cui rientrano mettere la pettorina, guida al guinzaglio, saper guardare il conduttore per comunicare e ricevere istruzioni come sedersi, arrestarsi".