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Cronaca

Cane malato accusato di aggressione, salvato dalla testimonianza del veterinario

Una donna denuncia un attacco da parte dell'animale del vicino, ma la bestia era stata curata tre giorni prima dal dottore e non poteva muoversi

Porta a spasso il cane nel parco e viene aggredita da un altro cane più grande, cade per terra e si fa male ad una spalla. La lite finisce davanti al giudice di pace e, in appello, davanti al giudice togato del Tribunale di Perugia.

Una signora perugina aveva portato il cagnolino, uno di quelli da compagnia, piccoli, a fare una passeggiata al parco la vigilia di Natale. Mentre camminava con l’animale al guinzaglio aveva visto da lontano un cane di taglia grande, venirle incontro correndo. Per paura che potesse far male al suo cagnolino lo prendeva in braccio, ma veniva travolta e finiva a terra. L’animale più grande scappava via subito dopo.

Tre giorni dopo l’aggressione la donna si presentava al Pronto soccorso per farsi visitare e risultava una lussazione alla spalla. Con quel referto presentava una denuncia contro il vicino di casa e il suo cane, responsabile, secondo la donna, dell’attacco.

Il proprietario dell’animale si difende e fornisce prove, purtroppo per lui spiacevoli, perché il cane era stato visitato tre giorni prima dei fatti da veterinario che aveva riscontrato un sarcoma ad una zampa. Il cane, quindi, aveva una zampa fasciata e un collare ad imbuto: non avrebbe mai potuto correre, saltare o aggredire qualcuno. E un mese dopo i fatti, inoltre, il veterinario confermava la diagnosi. La suocera del proprietario del cane, infine, proprio nei momenti successivi all’aggressione aveva visto l’animale nella sua cuccia, con la zampa fasciata e il collare.

Un confronto di prove e testimonianze che aveva portato il giudice di pace a pronunciare sentenza di assoluzione per l’imputato, difeso dall’avvocato Laura Modena, e per l’assicurazione, assistita dall’avvocato Filippo Bianchini.

La donna ha proposto appello, assistita dall’avvocato Luigi Costa, davanti al giudice Francesco Loschi del Tribunale penale di Perugia chiedendo di ribaltare il verdetto. Il magistrato, però, ha rigettato il ricorso perché improcedibile.

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