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Cronaca

Prende la moglie a sediate e lei non si fa neanche medicare per paura di ritorsioni: a processo marito violento

L'uomo è accusato di maltrattamenti e lesioni: spesso era ubriaco o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti

Picchiata con una sedia, minacciata e maltrattata, ridotta in uno stato di prostrazione che aveva portato la vittima a non andare neanche in ospedale o dal medico per farsi visitare e medicare per paura di ritorsioni da parte del marito.

Un uomo, difeso dall’avvocato Salvatore Adorisio, è comparso davanti al giudice del Tribunale di Perugia per rispondere dell’accusa di maltrattamenti in famiglia e lesioni per avere maltrattato la moglie “ingiuriandola, percuotendola, minacciandola, sottoponendola a vessazioni fisiche e psicologiche, così da provocarle prostrazione e avvilimento, aggredendola soventemente” quando lui “si trovava in stato di ebbrezza o dopo aver assunto sostanza stupefacente, provocandole lesioni personali che la persona offesa non si faceva refertare per paura di ritorsioni”.

Secondo l’accusa “nel corso di una violente lite, la colpiva ripetutamente con calci, pugni e vari oggetti tra cui una sedia, procurandole lesioni personali consistite in diffuse ed estese tumefazioni/ematomi a carico dei tessuti molli della convessità cranica e della regione del volto bilateralmente, con prevalente interessamento epicranico, frontorbitrario e genieno-zigomatico sinistro”, cioè la colpiva sulle guance e sugli occhi e allo zigomo, provocando una “sottile rima fratturativa composta” dello stesso e “della parete mediale dell’orbita” dell’occhio e una frattura del naso.

A seguito di alcuni calci, inoltre, la donna riportava anche delle lesioni alle costole. Tutte ferite e lesioni giudicate guaribili in 30 giorni e che hanno portato l’uomo direttamente in tribunale.

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