Caccia chiusa in anticipo dal Governo, sei Regioni sparano una lettera ai ministri
La richiesta di un incontro tra i rappresentati territoriali e i responsabili nazionali di Agricoltura e Ambiente si fa sempre più pressante: missiva spedita a Roma
Barricate contro il governo “imperiale” di Roma per sanare “una frattura istituzionale” evidente. Sono sei le Regioni che, dopo la chiusura anticipata della caccia alle specie tordo bottaccio, cesena e beccaccia disposta dal Consiglio dei Ministri avvalendosi del potere sostitutivo, hanno chiesto un incontro urgente ai ministri delle Politiche agricole, Maurizio Martina, e dell’Ambiente, Gian Luca Galletti. “A sottoscrivere la lettera di richiesta – spiega l’assessore della Regione Umbria, Fernanda Cecchini, che ha promosso l’iniziativa – sono stati anche il presidente della Regione Liguria, Claudio Burlando, e gli assessori regionali competenti di Friuli Venezia Giulia, Paolo Panontin, del Veneto, Daniele Stival, della Toscana, Gianni Salvadori, e delle Marche, Paola Giorgi”. Insomma, tutti insieme. Il fronte si compatta e la protesta si allarga. E si mette per iscritto.
Ai due Ministri “abbiamo chiesto un incontro per valutare l’evidente frattura istituzionale che si è creata con la delibera del Consiglio dei ministri di modifica dei calendari venatori approvati dalle nostre Regioni. Abbiamo ricordato – prosegue ancora l’assessore – che la problematica dei tempi di prelievo è oggetto di incontri, valutazioni e dibattiti già da lungo tempo senza che da parte del Governo ci sia mai stata una chiara ed evidente presa di posizione riferita all’interpretazione della Direttiva comunitaria 2009/147/CE e la conseguente verifica di coerenza con la legge nazionale sulla caccia 157/1992 e che per questo riteniamo improcrastinabile un confronto nel merito”.
“Auspichiamo – conclude - che finalmente il Governo faccia chiarezza su questo punto fondamentale, poiché stiamo già lavorando ai calendari per la prossima stagione venatoria”.