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Cronaca

Burocrazia folle: impiantare alberi per ridurre le emissioni di CO2, ma basta che non siano di nocciolo

La Regione Umbria boccia il piano di riduzione degli inquinanti di un'azienda e la esclude dai fondi pubblici. Il Tar: "Pacifico il fatto che un arboreto contribuisce all’assorbimento della CO2 atmosferica riducendola"

Impiantare alberi per ridurre le emissioni di CO2 nell’atmosfera, ma basta che non siano piante di nocciolo. È l’ultima follia della burocrazia, smontata da una decisione dei giudici del Tribunale amministrativo regionale dell’Umbria.

A rivolgersi al Tar è stata un’azienda umbra che si è vista esclusa da un bando regionale che prevedeva investimenti per il miglioramento delle prestazioni e della sostenibilità globale delle aziende agricole.

Secondo i funzionari regionali l’azienda non avrebbe rispettato la parte del bando relativa al “Risparmio energetico/Riduzione emissioni in atmosfera”, in quanto sebbene sia riconosciuto il “ruolo svolto dagli impianti arborei nel perseguire l’obiettivo della riduzione dell’inquinamento della risorsa “aria”, e “pur riconoscendo la funzione di mitigazione dell’effetto serra da parte degli ecosistemi agricoli e forestali, a parere del dirigente del competente servizio regionale” sarebbe stato più “corretto associare l’obiettivo” non tanto agli “impianti arborei, ma solo a macchine, attrezzature e impianti tecnologici”. Sull’esclusione avrebbe pesato anche la scelta delle piante da mettere a dimora: il nocciolo non dà risultati, in termini di assorbimento di anidride carbonica, prima di 2-3 anni, a differenza di altre specie. Quindi esclusione del bando.

L’azienda ha contestato questa scelta e fornito “studi e valutazioni a suffragio dell’efficacia dell’investimento rispetto all’obiettivo della riduzione delle emissioni in atmosfera”.

Secondo i giudici amministrativi non è corretta la tesi delle Regione Umbria secondo la quale “il bando dovrebbe interpretarsi nel senso di ritenere pertinenti all’obiettivo della riduzione delle emissioni in atmosfera i soli investimenti di tipo mobiliare o in impianti tecnologici”. Nel caso particolare, inoltre, appare “pacifico il fatto che un arboreto in generale contribuisce all’assorbimento della CO2 atmosferica riducendola”, indipendentemente che si tratti di “nuovo noccioleto o di altra essenza arborea”.

Ne consegue che il ricorso è stato accolto e annullata l’esclusione, con tanto di condanna della Regione al pagamento in favore della società ricorrente delle spese di lite.

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