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Cronaca

Morirono 3 persone all'ospedale di Perugia per flebo infette: i periti pronti ad analizzare le sacche

Il collegio peritale presieduto dal professore Mariano Cingolani di Macerata ha chiesto 90 giorni al gup Giangamboni per depositare la perizia sulle sacche

Tutto rinviato al prossimo 7 giugno 2016 il procedimento che vede come imputati due farmaciste e due microbiologhe del Santa Maria della Misericordia di Perugia, finite sotto indagine a seguito di sacche infette che portarono, secondo l’Accusa, alla morte di tre pazienti. Il collegio peritale presieduto dal professore Mariano Cingolani di Macerata ha chiesto 90 giorni al gup Lidia Brutti per depositare la perizia sulle sacche. Le verifiche inizieranno il prossimo 19 febbraio all'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Macerata. Gli imputati, difesi dai legali Francesco Falcinelli, Marco Brusco, Lino Ciaccio e Simone Marchetti, hanno nominato i propri consulenti di parte. Altrettanto hanno fatto il Pubblico Ministero e le parti offese costitituitesi parti civili.

Compito dei periti sarà quello di accertare se via sia o meno la colpa da parte delle due farmaciste che hanno preparato e confezionato le sacche infette. Oltre a questo bisognerà accertare la responsabilità delle due microbiologhe, accusate invece di omissione di atti d'ufficio per non aver comunicato, sempre secondo la tesi accusatoria, ai reparti del Santa Maria della Misericordia la presenze del batterio Pantoea agglomerans all'interno delle sacche.

Le indagine sono state aperte nell’agosto del 2011 dopo che, in appena dieci giorni, nell’ospedale di Perugia sono morte ben tre persone, un uomo e due donne. A finire nell’inchiesta due responsabili addette alla preparazione delle sacche, accusate di omicidio colposo e lesioni colpose, e due dirigenti che non avrebbero comunicato la positività di alcuni pazienti alle analisi per la presenza del batterio Pantoea agglomerans.

La sostanza infetta sarebbe stata iniettata nelle vene delle tre vittime, questo, stando alla Procura di Perugia, avrebbe provocato la loro morte per il sopraggiungere di una grave forma di setticemia. Un epiteto che si è reso tale solo a causa di una gravissima negligenza, almeno questo quanto è stato ipotizzato dal sostituto procuratore Paolo Abbritti.

Mancanza di controlli sulle apparecchiature e sulle condizioni di sicurezza, nonché personale poco preparato, proprio per questi motivi le due dirigenti sono state accusate di omissioni di atti d’ufficio. A portare avanti il caso, all’epoca dei fatti, i Nas coordinati dal capitano Marco Vetrulli, che, grazie anche alle indagini effettuate, avrebbero ricostruito l’intera vicenda, ipotizzando quindi la responsabilità dei quattro imputati.  A farne le spese anche altri sedici pazienti.

Al Santa Maria della Misericordia di Perugia dopo il caso che ha sconvolto l’intero ospedale il sistema è completamente cambiato. Le sacche non vengono più confezionate, ma comprate da un’azienda esterna. Le due farmaciste sono difese dall’avvocato Francesco Falcinelli e le due microbiologhe, dai legali Simone Marchetti, Lino Ciaccio e Marco Brusco. Prossima udienza il 12 gennaio 2016. 


 

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