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Cronaca

Con reti e con la "scossa" catturano e rivendono pesci: per i bracconieri però niente pene più severe

Il problema è conosciuto anche nelle acque interne umbre: ci sono cacciatori abusivi, soprattutto di origine straniera, che in Italia hanno trovato una miniera d'oro

Nel Nord esistono delle vere e proprie organizzazioni criminali che di notte mettono reti nei maggiori fiumi e canali o addirittura sfruttando delle imbarcazioni a motore utilizzano le reti a strascico devastando i fondali e facendo razzia di pesce. Tutto il catturato viene direttamente lavorato e spedito nell'Est europa dove c'è richiesta, soprattutto di storione, pesce gatto e siluro. Bracconieri che si sono affacciati anche nel nostro Tevere dove sempre più spesso vengono rinvenute delle reti da sponda a sponda. Anche per questo la deputata umbra Tiziana Ciprini aveva presentato una proposta per inasprire le pene e le sanzioni a carico dei singoli bracconieri e delle associazioni criminali che portano avanti questo commercio. Ma è stata bocciata. 

“Nel collegato agricolo, noi del M5S, avevamo proposto emendamenti che inasprivano le pene per chi compie attività di bracconaggio nelle acque interne con l’arresto fino a 3 anni e ammende fino a 15mila euro, allargandole anche ad altri comportamenti che i predoni delle acque fluviali e lacustri pongono in essere come l'utilizzo della corrente elettrica o di sostanze tossiche”: ha spiegato la deputata umbra Tiziana Ciprini. 

Non è passata la sanzione penale per chi utilizza strumenti della pesca professionale oltre ai limiti consentiti, attività che ha ridotto al minimo la fauna dei fiumi e la sua delicata biodiversità. Secondo l'Università di Ferrara, si è perso un terzo del patrimonio ittico, oltre al fatto di creare un grave danno al mercato regolare e alla nostra salute. 

Il problema è conosciuto anche nelle acque interne umbre: ci sono cacciatori abusivi, soprattutto di origine straniera, che in Italia hanno trovato una vera e propria miniera d'oro, rivendendo il pescato sui mercati italiani e dell’est Europa, creando danni ambientali inimmaginabili. 

“Non applicare pene più severe - ha concluso il deputato - permetterà ai pescatori di frodo di continuare la loro attività illegale indisturbati. Si è persa una grande occasione per mettere la parola fine al contrabbando. Speriamo che al Senato si possano correggere queste gravi lacune e trovare le risorse per garantire un controllo più esteso sui territori, dopo la recente soppressione della Polizia Provinciale voluta dal Governo. Non possiamo permetterci in alcun modo di consegnare nelle mani di delinquenti come i bracconieri, il futuro dei nostri fiumi e laghi”.

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