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Cronaca

Stavolta la casa popolare la pretendiamo! Questa famiglia non deve finire in mezzo alla strada

Due genitori senza lavoro, un figlio con un tumore maligno, la più piccola nel tunnel della depressione-anoressia... eppure il 22 novembre devono lasciare la casa perché sfrattati per morosità. La storia di una famiglia italiana

Una casa popolare è un loro diritto. Punto e basta. Se esiste una giustizia sociale, umana e politicamente accettabile la si deve trovare a tutti i costi. Perchè la famiglia Trozzi, residente a Bosco, sta vivendo una battaglia su mille fronti dolorosi. Sembra incredibile ma è tutto vero. Come sanno bene i servizi sociali del Comune di Perugia che seguono questa famiglia e da questa famiglia hanno ricevuto mille grazie e una fiducia incodizionata. Andiamo a raccontare questa storia dolorosa e infinita: tra 22 giorni la famiglia Trozzi deve lasciare la casa presa in affitto a Bosco. L'ufficiale giudiziario ha rilasciato una proroga lo scorso 18 ottobre. Sfratto per morosità.

La morosità si è accumulata perchè il padre Enrico - un cinquantenne - ha perso il lavoro, sua moglie è una casalinga e non ha nessun reddito. Il figlio maschio Alessandro ha 30 anni ma non può dare nessun contributo: è invalido al 100 per cento. Da 5 anni si batte contro un tumore maligno del sangue: il linfoma di Hodgkin. Da pochi mesi ha effettuato il suo secondo trapianto da donatore (la madre). Immunodepresso e deve indossare la maschera 24 ore su 24. "Passo la mia vita tra ospedali e la mia camera" ci racconta dopo l'ennesimo "lavaggio" del sangue "La forza non c'è. Sono costretto a mangiare da solo. Non posso uscire. Non ho difese immunitarie dopo il trapianto. Ho bisogno di una camera, di una casa. Non chiedo altro. Perchè voglio continuare a curarmi e battere questo male atroce".

Alessandro prende tantissime medicine, ha 2 cateteri venosi sul torace, affanno con astenia grave e tutto ciò che comporta un post trapianto. Enrico e Maria Grazia, i genitori, non possono contare neanche sull'aiuto della figlia di 25 anni, anche lei invalida. Barbara è una ragazza bellissima che aveva iniziato tempo fa a fare l'estetista. Poi... la vita è cambiata: il tunnel della depressione e dell'anoressia. E' stata in cura nei maggiori centri della regione. E' stata ricoverata d'urgenza quando è arrivata al peso di 29 chili. Oggi oscilla tra i 35-38 chili. Un piccolo colibrì che si vede un elefante. Che ammette: "Stasera non riesco a mangiare... mi sento in colpa. Questa situazione è insopportabile". Si sfoga disegnando. Nei suoi dipinti c'è tanto colore. E' il segno che in lei, seppur nascosta, c'è tanta voglia di vivere.

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