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Cronaca Massa Martana

Impiega boscaioli in nero per il taglio della legna, nei guai titolare di un'azienda di legnami

La Procura di Spoleto chiede il giudizio per calunnia e violazione delle norme di sicurezza, mentre il Tribunale amministrativo conferma sanzioni e sospensione dell'attività

Impiega operai in nero per il taglio degli alberi (autorizzato) e finisce nei guai dopo un sopralluogo dei Carabinieri dell’Ispettorato del lavoro di Perugia, anche per mancanza delle misure di sicurezza.

Il proprietario della ditta boschiva aveva acquisito il “diritto di taglio legna in piedi, con l’onere del taglio ed esbosco” nella zona di Massa Martana. Effettuando un controllo i Carabinieri accertavano “la presenza di due lavoratori irregolari” i quali “dichiaravano di lavorare” la ditta dell’uomo, fornendo anche “indicazioni sull’orario di lavoro e sul compenso pattuito”.

Dai successivi controlli al Centro per l’impiego di Perugia emergeva l’irregolarità della posizione lavorativa dei due boscaioli, con tanto di sospensione amministrativa dell’attività imprenditoriale. I due boscaioli, però, in seguito ritrattavano le dichiarazioni iniziali e affermavano di non conoscere il titolare dell’azienda.

Il quale sosteneva di “non conoscere” i due boscaioli e “di aver autorizzato” uno dei due “incontrato in un esercizio” commerciale “a recarsi nel bosco per procurarsi paletti da utilizzare nel proprio orto”. Dopo l’ispezione dei Carabinieri aveva anche sporto querela contro i due boscaioli per furto di legna.

Da questa vicenda è nato un processo penale presso il Tribunale di Spoleto per il reato di calunnia (l’accusa di furto a carico dei due boscaioli) e uno per le violazioni in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Davanti al Tribunale amministrativo, invece, è stato presentato un ricorso contro le sanzioni e la chiusura temporanea dell’azienda.

Per i giudici amministrativi i provvedimenti impugnati devono essere sospesi “limitatamente alla possibilità per il ricorrente di rimuovere la legna già tagliata, al fine di scongiurare l’eventuale compromissione della ricrescita degli alberi, fatto salvo il rispetto della normativa in materia di tutela della salute e sicurezza del lavoro”, mentre “il potere discrezionale attribuito dalla legge all’Amministrazione risulta correttamente e legittimamente esercitato sulla base degli elementi acquisiti in fase di accertamento dell’illecito” e a nulla serve che i due boscaioli abbiano “radicalmente e senza allegare alcuna plausibile giustificazione, mutato completamente la versione dei fatti”.

Dagli accertamenti è emersa “la presenza di due persone intente a tagliare alberi con una motosega, sprovviste dei dispositivi individuali di sicurezza e per i quali era stata omessa la preventiva comunicazione di assunzione” ritenendo “legittimo il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale” a chi fa lavorare persone sconosciute agli enti preposti ai controlli. Ne consegue “che legittimamente è stato adottato il provvedimento di sospensione, in presenza dei presupposti di legge”.

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