Attentati a Bruxelles, tra i feriti anche italiani: Regione e Unipg in contatto con la Farnesina
"Non possiamo uscire neanche di casa: è tutto bloccato per paura di nuove bombe": ha scritto in una mail una famiglia a Perugiatoday.it. Le storie di Livia e Chiara
"La Polizia ci obbliga a rimanere in casa è sconsigliato uscire. La città è completamente blindata per il timore di nuovi attacchi. Sono stati sospesi tutti i mezzi pubblici. Tra le vie e le piazze di Bruxelles solo squadre dell'esercito che pattugliano il territorio": è questo il messaggio che arriva tramite mail a Perugiatoday.it da parte di una famiglia originaria della provincia di Perugia che vive da anni nella capitale Belga. "Siamo terrorizzati, sembra che tutto sia sospeso: scuole, lavoro... vita": si legge ancora nella mail inviata dai nostri lettori emigrati anni fa.
Intanto sia la Regione Umbria e l'Università degli Studi - molti i giovani Erasmus, tirocinanti e stagisti inviati a Bruxelles - si sono messi in contatto con la Farnesina dopo l'annuncio ufficiale che tra i 136 feriti (conteggio ancora parziale) ci sono anche italiani. Ma non sono stati forniti numeri e generalità. Le linee telefoniche sono ancora intasate e funzionano solo a tratti e quindi è difficile raggiungere i propri figli, amici e parenti a Bruxelles per accertarsi delle loro condizioni di salute. Massima attenzione dunque dalle istituzioni umbre.
Stanno bene le collaboratrici della Presidente Catiuscia Marini che si trovano in Belgio: Chiara Malagodi - gruppo Pse al Comitato delle Regione d'Europa - è arrivata con un volo dall'Italia all'aeroporto solo dopo l'esplosioni delle bombe e ha quindi scampato il pericolo.
Livia Menichetti, perugina doc, ha rilasciato dichiarazioni ai media locali ribadendo di essere scampata alle bombe solo grazie al fatto di aver evitato di prendere la metropolitana. Sarebbe dovuta scendere alla fermata Schumann - per recarsi al lavoro - dove è stato fatto brillare un ordigno dei terroristi.
