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Cronaca

Opposizioni all'attacco: "La bomba d'acqua? I danni potevano essere minori: ecco le colpe di Romizi"

Pubblichiamo e riceviamo la nota del Partito Democratico e del Partito Socialista sui gravi danni subiti da Perugia, in particolare le periferie, dopo la bomba d'acqua. Il lungo elenco delle presunte colpe dell'amministrazione comunale e la polemica sul Palio di Perugia. 

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di Pd e Psi
Il violento nubifragio che ieri ha colpito la nostra città è certamente un evento che può definirsi eccezionale e non si può riflettere sull’accaduto senza innanzitutto esprimere la nostra vicinanza alle famiglie e alle imprese che hanno subito danni significativi alle proprie abitazioni o aziende.  Seguiamo con attenzione l’evolversi degli eventi per monitorare l’entità dei danni che si sono verificati e chiediamo al Sindaco, fin da ora, di valutare la richiesta dello stato di calamità naturale. Ringraziamo la protezione civile, i volontari, la polizia municipale, gli operai del cantiere e i privati cittadini, che, ognuno per le proprie competenze e possibilità, come sempre è accaduto anche in passato in simili occasioni, hanno svolto un encomiabile lavoro per il ripristino della normalità e per il contenimento dell’emergenza.

Stante ciò non possiamo nascondere che qualcosa di più e di diverso, dalla cabina di regia, poteva essere fatto e che atti deliberati nel corso di questa amministrazione dalla Giunta comunale, quali i tagli per lo spazzamento neve, pulizia di tombini, forazze e caditoie che un tempo erano affidati a GESENU, avente personale e mezzi dedicati, hanno fatto sì che un evento eccezionale avesse ricadute più grandi rispetto alle già gravi potenzialità. La bomba d’acqua di ieri poteva avere effetti minori se questi servizi fossero stati mantenuti, invece non si è riusciti a contenere adeguatamente i disagi e i fronti di emergenza che si sono via via aperti. Con i tagli deliberati dell’amministrazione comunale a questi servizi ci siamo ritrovati in una città con i tombini intasati, i rami delle piante non potati, le erbacce ad ostruire le caditoie stradali e con i tanto declamati interventi  sul dissesto idrogeologico mai effettuati.

Non si è voluta fare prevenzione come nel caso dell’emendamento al bilancio che ha spostato 200 mila euro di competenza della protezione civile per il risanamento del dissesto idrogeologico ovvero ad esempio per la cura e la manutenzione dei corsi d’acqua per impedirne l’esondazione.

L’allerta meteo era nota sin da sabato: non è mancata quindi la possibilità di valutare e agire per un tempestivo dispiego di forze competenti su tutto il territorio comunale, ma è mancata la capacità di andare oltre le mura del centro storico, di dare massima attenzione alle periferie che da sempre sono le prime a subire gli effetti delle calamità naturali nonché la competenza per dare senza indugio le giuste indicazioni alle squadre di soccorso pronte ad intervenire. Queste forze avrebbero potuto, in assenza dell’iniziale tentennamento dell’amministrazione, intervenire fin da subito sulla pulizia e l’apertura dei tombini e delle forazze stradali, sulla gestione delle chiuse del Tevere e sull’allestimento di segnaletica emergenziale al fine di garantire, nei limiti, la sicurezza stradale.

Tutto ciò non è stato possibile: la  centrale operativa già insediata legittimamente per gli eventi che si svolgevano in centro, non poteva adeguatamente intervenire sull’emergenza meteo e il non averla opportunatamente trasformata in unità di crisi ha fatto sì che il Comune di Perugia lasciasse completamente abbandonate le periferie. Con colpevole ritardo, all’incirca cinque ore dopo l’inizio della tempesta su Perugia, il Sindaco ha attivato il Centro Operativo della protezione civile per monitorare la situazione emergenziale, con intere frazioni sommerse da fango, melma e detriti trascinati lungo le strade dall’esondazione di fogne ostruite e fossi pieni di rifiuti. La città tutta si è così ritrovata, all’imbrunire, a non sapere dove sarebbero state mandate le unità dotate di idrovore considerato che tutti i fronti aperti erano ormai di estrema emergenza.

All’immobilismo di Romizi che a metà pomeriggio, con la gran parte del territorio comunale sott’acqua, ancora rilasciava interviste su Perugia 1416 e il suo rinvio, in un combinato disposto drammatico per la nostra città, si sono aggiunti quindi i tagli dissennati ai servizi voluti dal vice Sindaco Barelli che in futuro, speriamo non lontano, auspichiamo si renda conto dell’importanza della manutenzione ordinaria a discapito di un inconsistente risparmio economico utile solo ai suoi proclami.

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